A poco più di un mese si torna a manifestare in piazza in Georgia. Domenica nella capitale Tbilisi sono scesi in strada migliaia di persone con bandiere e cartelli a favore dell’Unione Europea, degli Stati Uniti e dell’Ucraina. E a favore di Mikheil Saakashvili, l’ex presidente detenuto dal 2021 con accuse ritenute da gran parte dell’opinione pubblica e delle organizzazioni internazionali politicamente motivate. Le proteste sono esplose dopo che a inizio marzo una mobilitazione popolare aveva portato al ritiro di una contestata proposta di legge sugli “agenti stranieri” ideata sul modello di quella adottata nella Russia di Vladimir Putin.

Saakashvili è stato presidente della Georgia dal 2004 al 2013. È nato in Georgia quando il Paese faceva ancora parte dell’Unione Sovietica. Si è formato tra Stati Uniti e Francia. È diventato Presidente nel 2004, per due mandati. Il suo orientamento era decisamente filo occidentale ed europeaista. Durante quegli anni l’economia georgiana crebbe e aumentarono anche gli investimenti stranieri.

Mosca accusò il Presidente di mettere in atto una pulizia etnica in Ossezia del Sud. L’invasione scattò nel 2008, formalmente come un’operazione di peacekeeping per proteggere i separatisti dell’Ossezia del Sud, una regione al confine con la Russia sulla carta controllata da Tbilisi. La Regione è abitata da circa 50mila persone, la maggior parte di etnia osseta. Dopo la dichiarazione di indipendenza nel 1991 partì lo scontro militare con il governo centrale e quello con le milizie volontarie dell’Ossezia del Nord, che però si trova in Russia. Mosca propose nel 1992 un cessate il fuoco firmato a Sochi. Una soluzione comunque temporanea.

E infatti dopo l’esplosione di una bomba delle milizie ossete, che colpì un contingente georgiano, nell’agosto del 2008 scoppiarono gli scontri. L’intervento russo mise fine in cinque giorni agli scontri armati. Ci furono centinaia di morti e migliaia di profughi. L’intervento diplomatico dei Paesi Occidentali, che comunque in molti giudicarono troppo blando, portò al cessate il fuoco. La Repubblica dell’Ossezia del Sud è riconosciuta da pochissimi Paesi: Russia, Siria, Venezuela, Nauru e Nicaragua. Mosca intanto aveva riconosciuto l’autonomia dell’Abcasia, che Tbilisi riconosce come un territorio occupato dai russi dopo gli scontri scatenati dalla caduta dell’URSS. Secondo Reuters in una conversazione con l’allora presidente della Francia Nicolas Sarkozy, Putin avrebbe sostenuto che Saakashvili doveva essere “appeso per le palle”.

Alla fine del suo secondo mandato, nel 2014, l’ex Presidente georgiano si trasferì prima negli Stati Uniti e poi in Ucraina, dove sostenne le proteste pro-europa e pro-occidente di Euromaidan. Dopo la caduta del Presidente Viktor Yanukovich, divenne consigliere del Presidente Petro Poroshenko, che gli conferì la cittadinanza ucraina e lo nominò governatore della Regione di Odessa. Quando nel 2021 tornò in Georgia per sostenere l’opposizione venne arrestato e condannato per abusi di potere commessi durante la sua Presidenza.

Organizzazioni internazionali sostengono che quelle accuse sono politicamente motivate oltre che sostenute dal partito di governo Sogno Georgiano, filorusso. Saakashvili è stato condannato a sei anni. Ha raccontato in un’intervista a Politico, lo scorso dicembre, di essere stato picchiato più volte in carcere, anche fino a perdere conoscenza. Quando sono state diffuse sue immagini è apparso praticamente sempre debole e debilitato. Il mese scorso aveva detto a Sky News di essere stato avvelenato in carcere.

“Inizialmente pesavo 120 chili, ora ne peso 64, se scendo sotto ai 60 i medici dicono che potrei subire il collasso di vari organi”, ha scritto a mano nelle risposte alle domande dei giornalisti tramite il suo avvocato. Ha detto di rischiare la morte. Le sue condizioni destano preoccupazione, era stato anche trasferito dal carcere in ospedale. Anche Kiev ha chiesto a Tblisi di liberare l’ex capo di Stato. Il governo ha replicato negando le accuse e spiegando che le condizioni dell’ex Presidente sono peggiorate perché lui stesso si starebbe rifiutando di mangiare.

A inizio marzo le proteste erano esplose a causa della legge che prevedeva che tutte le organizzazioni e i media che ricevessero almeno il 20% dei propri fondi dall’estero dovessero registrarsi come “agenti stranieri”. Pena multe salatissime. Le manifestazioni erano rientrate dopo che la legge era stata ritirata. A febbraio 2022 la Georgia aveva fatto richiesta di entrare in Unione Europea con Ucraina e Moldavia. Non era stata accettata come “candidata”. Anche questa volta in piazza sono apparse bandiere dell’Unione Europea, dell’Ucraina e degli Stati Uniti oltre a quelle della Georgia.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.