Napoli perde un suo fondamentale pezzo di storia e memoria. Si è spento a 94 anni Antonio Amoretti, l’ultimo partigiano della Quattro Giornate di Napoli. “Salutiamo lo scugnizzo ‘Tonino ‘o biondo’, componente della Presidenza onoraria ANPI, per tanti anni Presidente dell’ANPI provinciale del capoluogo campano. Antonio è stato protagonista, e perciò prezioso testimone, in particolare per i giovani, della Resistenza al nazifascismo, un uomo quotidianamente impegnato affinché lo spirito repubblicano, i principi della Costituzione, fossero il pilastro della vita pubblica, motore di libertà e convivenza civile. Grazie Antonio”, si legge sul profilo Facebook dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.

Un lutto enorme per la città di Napoli e per tutta la comunità. Nato a Napoli nel 1927, aveva compiuto 95 anni lo scorso 11 settembre. Amoretti aveva soli 16 anni quando il 28 settembre 1943 decise, insieme a tanti altri giovani napoletani, di scendere in strada a combattere le truppe nazifasciste che occupavano la città. Per tanti anni ha guidato l’Anpi provinciale di Napoli. La sua missione, come lui stesso amava dire, era andare nelle scuole e raccontare ai ragazzi di oggi che cosa erano state le Quattro Giornate e diffondere i valori della Resistenza e delle libertà. Quelle incredibili giornate di resistenza a Napoli le aveva raccontate anche al Riformista in una delle ultime interviste rilasciate in occasione del 25 aprile scorso. Ascoltare le sue parole fu un onore. Mentre parlava stringeva tra le mani la bandiera dell’Italia con il simbolo dell’Anpi. Sapeva bene quale fosse il costo della libertà.

Nonostante gli anni si facessero sentire lui aveva voglia di parlare, raccontare, ricordare ciò che è stato e ha vissuto da protagonista a Napoli. Una memoria preziosa che Amoretti aveva saputo custodire e tramandare a quante più persone possibile. Parole fondamentali: “Napoli è stata la città più bombardata d’Italia. C’è stata gente che viveva nei ricoveri. Quello che vediamo adesso (con la guerra in Ucraina, ndr), noi lo abbiamo subito. E spero di non subirlo più”, disse il 25 aprile 2022. Le parole di Antonio Amoretti arrivavano sempre dritte al punto. Lui che a 16 anni aveva combattuto durante le Quattro Giornate di Napoli sapeva bene cosa significasse una guerra. Era solo un ragazzino quando prese in mano la pistola per combattere contro il regime nazifascista e contribuire alla lotta degli altri partigiani per liberare la sua città, Napoli. “La guerra significa morte, miseria e tragedie”, disse con lo sguardo dolce e il tono mite.

Su disposizione del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, le bandiere istituzionali di Palazzo San Giacomo saranno oggi e domani a mezz’asta in segno di lutto per la scomparsa di Antonio Amoretti, presidente dell’Anpi Campania. Nella Sala dei Baroni al Maschio Angioino sarà allestita la camera ardente oggi, venerdì 23 dicembre dalle 16 alle 19 e domani, sabato 24 dicembre dalle 8.30 alle 11. Alle 11 di domani, sabato 24 dicembre, si svolgerà poi una commemorazione laica alla presenza del sindaco Manfredi e del presidente nazionale dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.