Al pubblico della televisione era diventato subito riconoscibile per via del suo pungente eloquio e del suo immancabile papillon. Ma Roberto Gervaso, prima di essere personaggio del tubo catodico, era giornalista, scrittore, storico, autore di autobiografie: ha scritto nella sua carriera oltre 60 titoli. È morto a 82 a Milano. Era nato a Roma il 9 luglio 1937.

Aveva cominciato da giornalista al Corriere della Sera nel 1960. Celebri i suoi volumi sulla Storia d’Italia firmati con Indro Montanelli e pubblicati tra il 1965 e il 1970 da Rizzoli. Gervaso si occupò in particolare dei secoli dal Medioevo al Settecento illuminista e riformatore per i quale i due si aggiudicano nel 1967 il Premio Bancarella, con L’Italia dei Comuni. Il Medio Evo dal 1000 al 1250. Un Premio conquistato anche in solitaria con la biografia di Cagliostro (nuova edizione con il titolo Il grande mago. Vita, morte e miracoli del conte di Cagliostro, Rizzoli, 2002). Dopo quel grande successo ha scritto altre biografie storiche su Nerone, Casanova, Bordia, Claretta Petacci.

Gervaso ha scritto anche un grande giallo storico, Scandalo a corte; due raccolte di grandi storie d’amore, Appassionate e Amanti; raccolte di interviste, raccolte di aforismi, confessioni, un galateo eroico. Tra i suoi libri più recenti: Italiani pecore anarchiche (2003), Qualcosa non va (2004), Ve li racconto io (2006) e Io la penso così (2009). Le sue opere sono tradotte negli Stati Uniti, in Canada, in America Latina, Spagna, Portogallo, Gran Bretagna, Francia, Germania, Giappone, Bulgaria, Polonia, Romania. Gervaso è stato tra i primi commentatori della tv commerciale di Silvio Berlusconi. Dal 1996 ha condotto Peste e Corna dal lunedì al venerdì su Retequattro, fino al fino al 1999, con share del 10-15% (dal 2000 al 2005 è diventata la rubrica Peste e corna… e gocce di storia).

Un uomo di finissima cultura, protagonista, per lunghi anni, del giornalismo e della vita culturale del nostro Paese“, ha commentato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, facendo arrivare le sue condoglianze alla moglie Vittoria e alla figlia Veronica, giornalista del Tg5. Quest’ultima ha salutato il padre con un post su Twitter: “Sei stato il più grande, colto e ironico scrittore che abbia mai conosciuto. E io ho avuto la fortuna di essere tua figlia. Sono sicura che racconterai i tuoi splendidi aforismi anche lassù. Io ti porterò sempre con me. Addio.

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