Più che una questione politica, sembra una questione di fede: credi o non credi in Giuseppe Conte? E se non credi, sei un apostata, un miscredente, un rinnegato. Mai come nei confronti dell’avvocato del popolo si è creato come un cordone di protezione che impedisce qualsiasi critica, qualsiasi richiesta, qualsiasi obiezione. Guai, se osi, sei finito. E se questa preoccupazione è assai comprensibile rispetto ai grillini che senza di lui non sanno più dove andare a sbattere, diverso è il discorso del Pd che dell’alleanza con Conte (ex alleato della Lega) ha fatto più che una questione d’onore, una questione politica. O lui oppure il panico. Ma non è così. E anche la motivazione che ora non è il momento di andare alle urne, supponendo che sia una questione condivisibile, è facilmente aggirabile accettando la proposta di Matteo Renzi di un premier dem. Ma neanche così va bene.

E intanto sulle questioni politiche vere c’è lo stallo. È stallo sulle misure anti-crisi, è stallo sul Mes, è stallo sul Recovery Plan, è stallo sulla scuola, dove la mancata programmazione del ritorno tra i banchi è diventata quasi una barzelletta se non ci fosse il problema del futuro di una intera generazione. E c’è anche lo stallo sui vaccini per responsabilità di Arcuri, l’altro miracolato che è impossibile criticare nonostante i tanti errori commessi.

Conte bis non molla e si va verso il Conte ter. E nessuno può dire o fare nulla altrimenti passa per disfattista, poltronista, egocentrico. Conte è la verità rivelata e in quanto tale, anche se una delle forze politiche lo critica, non si può fare nulla.

Le domande su come uscire da una crisi così profonda restano tutte aperte e nessuno che difende il premier si prende davvero la briga di rispondere. L’importante è non fare cadere l’avvocato del popolo, quel Giuseppi buono per tutte le stagioni, che ha più di un santo in paradiso. Sicuramente ha più di un santo alla redazione del Fatto quotidiano in cui non c’è una riga che non sia di osanna o di difesa cavalleresca: o Conte o morte. Il governo è allo sbando e non si può dare la colpa solo a chi critica, anche perché nel Paese crescono paura e incertezza per un futuro sempre più nero. E questa paura non la cancella certo un atto di fede.

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