Palazzo Chigi conta di decidere entro il weekend
Coronavirus, le nuove regole secondo il metodo Draghi: restrizioni fino a dopo Pasqua
La curva dei contagi non accenna a scendere, mentre continuano a preoccupare le diffusioni delle varianti e i vaccini che procedono a rilento. In questo scenario si prospetta un nuovo mese di restrizioni con un Dpcm che sarà in vigore dal 6 marzo al 6 aprile. Così anche le vacanze pasquali non saranno un “liberi tutti”, anzi, si replica il Natale.
La linea tracciata prevede misure rigorose per fermare i contagi con la creazione di zone rosse dove si va in lockdown oppure “arancione scuro”, dove la circolazione è limitata. Si rimandano ancora le riaperture per ristoranti, teatri, cinema, palestre e piscine ma qualche spiraglio di speranza c’è. La grande novità è che questa volta il metodo Draghi dovrebbe anticipare le decisioni: se tutto va secondo i piani, gli italiani potrebbero non trovarsi spiazzati da decisioni comunicate all’ultimo, una tempistica che giova soprattutto ai commercianti che finalmente possono organizzarsi meglio.
LE NUOVE REGOLE – Le nuove regole saranno annunciate lunedì 1 marzo e già da questa settimana i cambi di colore saranno operative da lunedì. Gli allentamenti saranno minimi: rimane il coprifuoco, l’obbligo di mascherina all’aperto e al chiuso, il distanziamento. Resta fino al 27 marzo il divieto di spostamento tra le regioni, anche se sono in fascia gialla. Il metodo Draghi prevede un maggiore coinvolgimento del Parlamento, informandolo e dando l’opportunità di ascoltare suggerimenti. A Palazzo Chigi si conta di chiudere il nuovo Dpcm entro il weekend. Una vera novità a cui l’Italia non era abituata.
ORGANISMI PIU’ SNELLI E VELOCI – Un’altra novità, decisa per rendere più veloce l’erogazione dei ristori, è la scelta di aprire la cabina di regia politica di Palazzo Chigi, in cui si prendono le decisioni per il contrasto al Covid, anche ai ministri economici. Ne fanno dunque parte, oltre al premier e al sottosegretario alla Presidenza Roberto Garofoli, i ministri Giorgetti, Patuanelli, Speranza, Gelmini, Bonetti e Franceschini.
Draghi sta cercando di rendere più rapido e snello anche il sistema dell’assegnazione dei colori. I governatori hanno però chiesto di “fare un tagliando ai parametri” e Draghi ha deciso di istituire un tavolo, con il ministero della Salute, l’Iss e i tecnici delle Regioni, per discutere di come modificare la raccolta dei dati, dall’Rt alle terapie intensive. Anche il Cts subirà delle variazioni per essere più tempestivo: il numero dei membri sarà ridotto e ci sarà un portavoce unico.
RISTORANTI – Resta lontana l’ipotesi di riaprire i ristoranti la sera in zona gialla. Nonostante le richieste che arrivano dalla Lega, da alcuni governatori e dalle associazioni di categoria, l’apertura serale dei ristoranti in fascia gialla non appare imminente. Troppo alto — questo dicono gli scienziati — il rischio causato dalla circolazione delle persone e soprattutto dagli assembramenti.
PISCINE E PALESTRE – Il Cts ha già raccomandato la massima cautela per la ripresa delle attività sportive e dunque anche palestre e piscine continueranno a rimanere chiuse. Si sta valutando la possibilità di autorizzare esclusivamente le lezioni individuali, ma anche in questo caso la scelta dipenderà dall’andamento dei contagi.
MUSEI – Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha chiesto al Cts un parere affinché i musei, i parchi archeologici e le mostre possano rimanere aperti anche nel fine settimana e non — come avviene adesso — soltanto nei giorni feriali. La risposta degli scienziati su questo, ma anche sulla ripartenza degli spettacoli dal vivo, arriverà domani.
CINEMA E TEATRI – Per il 27 marzo, giornata mondiale del teatro, Franceschini vorrebbe la riapertura delle sale italiane. Il protocollo depositato ieri al Comitato tecnico scientifico prevede regole più severe per cinema e teatri: mascherina Ffp2 obbligatoria sempre, biglietti nominativi prenotati online per consentire il tracciamento ed evitare il pagamento alle casse, sanificazione al termine di ogni spettacolo, ultima visione entro le 22, ingressi contingentati. Ma non è scontato che tutto questo sarà sufficiente a consentire il via libera.
SECONDE CASE – Il decreto del governo in vigore da domani e le ordinanze firmate da presidenti di Regione e sindaci per istituire le zone rosse e la nuova fascia “arancione scuro” — nei luoghi dove circolano le varianti — hanno posto limiti per chi vuole andare nelle seconde case. Chi vive in fascia gialla e in fascia arancione può andare nelle seconde case anche se si trovano fuori regione. Non si può invece andare in una seconda casa che si trova in fascia “arancione scuro” e in zona rossa. Chi vive in fascia “arancione scuro” e in zona rossa non può uscire dal comune di residenza e dunque non può andare nelle seconde case, anche se si trovano in fascia gialla o in fascia arancione.
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