Una segnalazione di operazione sospetta, nota anche con l’acronimo SOS, è una segnalazione, fatta da un professionista relativamente a qualsiasi attività, compiuta o tentata dal cliente, che appare finalizzata al compimento di operazioni di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo.

Alla base della segnalazione, vi è una anomalia, ovvero un comportamento che si giudica anomalo rispetto al profilo economico e finanziario del cliente. Se l’anomalia, al riscontro, non è giustificata da ragioni (supportate da documenti), si procede alla segnalazione all’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia. Attenzione: le SOS non violano gli obblighi di segretezza e, nel rispetto degli obblighi di legge, non comporta responsabilità di alcun tipo.

L’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (UIF) è stata istituita presso la Banca d’Italia. La UIF, nel sistema di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, è l’autorità incaricata di acquisire i flussi finanziari e le informazioni riguardanti ipotesi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo principalmente attraverso le segnalazioni di operazioni sospette trasmesse da intermediari finanziari, professionisti e altri operatori.

La UIF si occupa di effettuare l’analisi finanziaria delle suddette informazioni, utilizzando l’insieme delle fonti e dei poteri di cui dispone, e valuta la rilevanza ai fini della trasmissione agli organi investigativi e della collaborazione con l’autorità giudiziaria, per l’eventuale sviluppo dell’azione di repressione.

L’Unità opera anche a livello internazionale. Infatti, partecipa alla rete mondiale delle FIU per scambi informativi essenziali a fronteggiare la dimensione transnazionale del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo.

La base normativa sulla quale poggiano le SOS  è la sezione II, capo III del decreto legislativo 231/2007, articoli da 35 a 48.

E sono proprio le SOS lo strumento utilizzato per accedere, in modo non giustificato, ai dati personali di volti noti della politica, così come emerge da Killeropoli, l’inchiesta in corso a Perugia, nata da una denuncia del Ministro della Difesa Guido Crosetto, presa in carico direttamente da Raffaele Cantone, per la sua delicatezza.

Redazione

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