Il documento
Covid, un dossier segreto a febbraio prevedeva 60mila morti: e il governo cosa ha fatto?
Lo studio segreto era stato intitolato Scenari e diffusione di 2019-NCOV in Italia e impatto sul servizio sanitario in caso il virus non possa essere contenuto localmente. E prevedeva in Italia tra le 35mila e le 60mila vittime. Il 12 febbraio di questo studio sul covid-19 ha preso visione anche il governo, riporta Repubblica, in una riunione del Comitato tecnico scientifico rimasta segreta fino a oggi. Il primo caso di contagio in Italia, ricordiamo, si è verificato il 21 febbraio a Codogno, nel lodigiano. Oltre una settimana prima dell’incontro svelato.
“I due scenari considerati plausibili dallo studio – scrive Repubblica – sono R0 1.3 e 1.7. Questi i risultati. Nel primo scenario i casi di contagio in Italia sarebbero stati circa un milione, nel secondo, addirittura due. Di questi, i casi gravi che richiedono cure, oscillano fra 200 e 400mila. Il fabbisogno totale di letti in terapia intensiva varia fra 60 e 120mila. Nel momento di picco, dice lo studio, ci sarebbe stato un gap di circa 10mila letti nei reparti di terapia intensiva”. Lo studio era stato chiesto dall’Istituto Superiore di Sanità e redatto da un ricercatore della Fondazione Bruno Kessler, Stefano Merler.
Il documento non fa stime sul numero di morti, specifica il quotidiano, ma Merler ipotizza il segmento – tra 35 e 60mila – applicando i tassi di letalità in quel momento registrati in Cina. Il piano è stato secretato perché troppo allarmistico e drammatico. Il documento apre la strada a nuove domande, ragiona l’articolo: perché, a conoscenza di tale scenario, il giorno dopo sono state mandate 18 tonnellate di attrezzature sanitarie alla Cina? Cosa si è fatto per preparare il sistema sanitario? Quando si è approntato un vero e proprio piano pandemico?
Secondo i numeri della Johns Hopkins University l’Italia conta a oggi un totale di 266.853 positivi e 35.473 decessi.
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