Viviamo il rispetto degli accordi di Parigi sul clima con prepotente urgenza e sappiamo di non essere gli unici. Per questo sabato 11 dicembre come Radicali Italiani abbiamo organizzato a Roma un convention sul tema ampio della transizione ecologica invitando numerosi ospiti. Con noi ci sono la deputata Rossella Muroni, la senatrice Emma Bonino, il ministro Roberto Cingolani, il segretario Enrico Letta, il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli, il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile Edo Ronchi e tanti altri ancora a confrontarsi su quello che possiamo cominciare a fare “ora e adesso”.

L’evento si chiama “Hic et Nunc” e idealmente conclude la prima parte della nostra campagna ambientalista #UnaSceltaRadicale che, crediamo in modo inedito per l’Italia, propone un approccio pragmatico alle tematiche green e sottolinea l’importanza della questione democratica: senza dialogo è impossibile realizzare una vera transizione ecologica. Un dialogo che è andato perso tra i cittadini e le istituzioni e che va assolutamente recuperato con iniezioni massicce di trasparenza e coinvolgimento. Un dialogo che manca anche quando si tratta di trovare un terreno comune tra le forze ambientaliste.

Guardiamo alla Germania: il governo tra liberali, socialisti e ambientalisti – la cosiddetta coalizione semaforo – è sicuramente un esempio da seguire ma per renderlo reale in Italia c’è un urgente bisogno di allargare il fronte ecologista. Bisogna tentare il tutto per tutto perché il nostro debito ambientale è elevatissimo con danni sempre più evidenti all’economia e alle persone. Quando parlo di debito ambientale intendo problemi mastodontici che ci portiamo dietro da decenni: il dissesto idrogeologico, la mancata bonifica dei 42 siti di interesse nazionale, la pessima qualità dell’aria di diverse zone del Paese, l’immonda gestione dei rifiuti nelle regioni del centro sud, la vergogna delle ecoballe in Campania e la cattiva depurazione delle acque reflue soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia. Problemi che, per la maggior parte, corrispondono anche a contenziosi europei che ci costano centinaia di milioni di euro in multe.

Ebbene, per tentare di risolvere molti di questi problemi e per raggiungere l’obiettivo del -55% di emissioni al 2030 come da obiettivo europeo, l’Italia ha il suo PNRR finanziato da Bruxelles che, per la parte riguardante la transizione ecologica, vale poco più di 60 miliardi di euro. Quello che ci aspetta è una vera e propria rivoluzione verde: nulla sarà come prima. Per favorire questo processo ambientale, sociale, industriale ed economico ci vuole una forza politica ambientalista larga che sia all’altezza della sfida epocale che ci attende. Per questo la convention “Hic et Nunc” di sabato è anche un appello alle diverse anime ambientaliste affinché superino gli steccati ideologici e la coltivazione del proprio orticello.

Faccio appello a Europa Verde, all’Alleanza per una transizione ecologica, a FacciamoEco, a Più Europa e a tutte quelle forze politiche e movimenti che combattono per il rispetto degli accordi di Parigi ma che possono farcela solo se uniti. La convention è il primo tentativo di un confronto pubblico tra di noi, una sede dove iniziare a discutere di tutto questo. Il riscaldamento globale potrebbe costare all’Italia ogni anno l’8% del Pil. Una percentuale che ben evidenzia quali potrebbero essere gli elevatissimi costi economici e sociali della non transizione ecologica che, è bene ripeterlo, potrebbero a lungo andare essere molto più pesanti dei puntuali “sacrifici” che si chiedono ora. Parliamo sabato a Roma, parliamone “Hic et Nunc”.

Massimiliano Iervolino

Autore