Il giornalista Giampaolo Pansa è morto questa sera a Roma, all’età di 84 anni. Storica penna del giornalismo italiano, nato a Casale Monferrato nel 1935, è stato vicedirettore del quotidiano ‘La Repubblica’ e condirettore de ‘L’Espresso’.

Il suo esordio nel mondo del giornalismo risale al 1961, per ‘La Stampa’. Dal 1977 al 2008  invece la lunga collaborazione con ‘La Repubblica’ e ‘L’Espresso’. Poi esperienze anche per il settimanale ‘Panorama’, per ‘Il Messaggero’ e  ‘Il Giornale’

E’ stato anche storico, autore di romanzi e saggi in gran parte incentrati sugli anni della guerra partigiana, un argomento che era stato anche al centro della sua tesi di laurea in Scienze Politiche , dove era stato allievo dello storico Alessandro Galante Garrone.

Alla fine degli anni ’80 del Novecento lancia dalle pagine di Panorama la sua celebre rubrica Il Bestiario , che poi porta sull’Espresso ed infine su Libero. Tra i libri più noti, il Sangue dei vinti, nel quale mette a punto le sue idee poi accusate di revisionismo sulla Resistenza, Bellla Ciao controstoria della Resistenza.

“Mi addolora la scomparsa di Giampaolo Pansa, ha accompagnato la politica italiana con la lente spietata del vero giornalista, fino alla fine. Certe persone non dovrebbero morire mai”. Lo scrive su Twitter Gianfranco Rotondi, deputato di Forza Italia.

“Apprendo con dolore della scomparsa di Giampaolo Pansa. Leggerlo, conoscerlo, confrontarsi con lui è sempre stato una occasione di crescita culturale e morale. Ha cancellato omissioni, menzogne e luoghi comuni. Con il coraggio di chi ha vissuto e raccontato la storia più recente e drammatica d’Italia. I suoi libri e il suo coraggio intellettuale sono una ricchezza della Nazione che ne farà per sempre un punto di riferimento di libertà e di verità”. Lo dichiara il senatore Maurizio Gasparri (Forza Italia).

Redazione

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