Un avvertimento mai avvenuto, che avrebbe potuto salvare la vita di Manuela Petrangeli, la fisioterapista uccisa a 50 anni lo scorso 4 luglio a Roma dall’ex compagno Gianluca Molinaro con un fucile a canne mozze mentre stava uscendo dal lavoro in compagnia di una sua collega. Il retroscena sull’avvertimento emerge dall’ordinanza della gip di Roma Valeria Tomassini che ha disposto il carcere per l’assassino e il contenuto viene diffuso da Repubblica. Dalle carte è evidente come la prima persona a ricevere un indizio sull’istinto omicida di Molinaro sia stato un suo amico, Emanuele, con cui condivideva la passione della palestra.

Il vocale di Molinaro all’amico e i messaggi sottovalutati

“Ho ricevuto strani messaggi da parte sua”, ha dichiarato Emanuele. Uno dei quali recitava: “Dai che forse oggi prendo due piccioni con una fava“. Whatsapp ai quali non ha dato importanza, come detto “perché erano dal contenuto poco chiaro”. Alcuni messaggi vocali non ascoltati, altri non interpretati attentamente per la fretta del momento, che avrebbero potuto cambiare il futuro di Manuela. Solo in ritardo scopre che che alle ore 13:16 Molinaro diceva di essere giunto al limite della sopportazione dell’ex compagna perché lui era ‘fatto alla vecchia maniera’ e di essere in attesa della fine del suo turno lavorativo.  Eppure un forte indizio era appena arrivato sul suo schermo, tanto da spingerlo alle 14 a presentarsi in caserma a Casalotti mostrando il contenuto della chat e l’ultima foto ricevuta da Molinaro, con il fucile poggiato sul sedile della Smart. Ma era già troppo tardi. Alle 13:44 era già arrivato il messaggio vocale più brutto, che l’amico ha potuto solo ascoltare inerme prima di presentarsi dalle Forze dell’Ordine: ‘Gli ho sparato, gli ho sparato du botte, l’ho massacrata è finita”.

Il ruolo della madre

Anche la madre del killer era a conoscenza del pericolo. Lo testimonia una telefonata, ricevuta dalla signora a cui risponde dicendo ‘Sono in caserma dai carabinieri, è successo quello che ti ho detto’. Nel frattempo confessando l’omicidio raccontava “L’ho uccisa, speriamo che l’ho presa bene, ho visto il sangue che schizzava da tutte le parti”.

Redazione

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