Una breccia clamorosa nell’intelligence statunitense, con informazioni top secret finite su Twitter e Telegram ed utilizzate anche come forma di propaganda da parte di Mosca.

A scriverne oggi è il New York Times, che rivela come alcuni documenti classificati dell’intelligence americana in cui si descrivevano “piani segreti degli Stati Uniti e della NATO” per rafforzare le forze armate ucraine in vista dell’attesa controffensiva di primavera contro gli occupanti russi nel Paese da oltre 13 mesi, sono stati diffusi questa settimana sui due social network.

Quando è stato interpellato a riguardo, il Pentagono ha indicato che sta indagando sulla questione. “Siamo a conoscenza dei resoconti di stampa riguardanti i post sui social media e il Dipartimento sta esaminando la questione“, ha dichiarato la vice portavoce del Pentagono, Sabrina Singh. Questi documenti, che risalgono all’inizio di marzo secondo il quotidiano della ‘Grane Mela’, parlano ad esempio del ritmo con cui le forze ucraine utilizzano le munizioni cruciali dei lanciarazzi mobili Himars, o il programma delle forniture di armi o l’addestramento fornito dall’Occidente ai soldati a Kiev.

C’è però anche una seconda fonte di preoccupazione per Washington. Secondo diversi analisti militari alcune delle carte “leakate” sono state modificate in alcune parti rispetto alla versione originale: è il caso delle stime americane dei morti di guerra ucraini, viste al rialzo, mentre quelle delle vittime russe sono state abbassate. I documenti riportano numeri esagerati sui soldati ucraini morti (71.500) e numeri più ridotti sulle truppe russe uccise (17.500; ma in realtà stimate tra le 40.000 e 60.000). Un segnale che farebbe pensare che la fuga di notizie sia anche un tentativo di disinformazione da parte di Mosca.

mentre il canale di informazione russo Readovka sostiene che anche questo faccia parte dell’operazione “psicologica” per tranquillizzare il nemico portata avanti da un piano statunitense.

Resta comunque il dato di fondo: quella ammessa anche dal Pentagono è la prima grande falla nell’intelligence Usa resa pubblica in questa guerra in Ucraina.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia