Un cortocircuito nell’organo esecutivo delle Nazioni Unite responsabile del mantenimento della pace e della sicurezza internazionali. Un mese di presidenza russa al Consiglio di sicurezza dell’Onu che scatena l’ira dell’Ucraina. Un ruolo in gran parte solo procedurale quello che dal primo aprile avrà la nazione guidata da Vladimir Putin che lo scorso 24 ottobre 2022, proprio mentre guidava il Consiglio delle Nazioni Unite, ha invaso l’Ucraina.

Questa volta però la presidenza russa significa che il Consiglio di sicurezza sarà guidato da un Paese il cui presidente è soggetto da qualche settimana a un mandato di arresto internazionale perché accusato di crimini di guerra (anche se la Corte penale internazionale, che nelle scorse settimane ha emesso il mandato d’arresto, non è un’istituzione delle Nazioni Unite).

Le proteste del governo guidato da Zelensky vanno avanti da giorni con il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, che ha definito la presidenza russa “il peggior scherzo di sempre per il Primo Aprile”. Uno dei consiglieri della presidenza, Mykhaylo Podolyak, ha parlato di “ennesima violenza al diritto internazionale”. Dal canto loro gli Stati Uniti invitano la Russia alla prudenza: la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha esortato Mosca “a comportarsi in modo professionale”, aggiungendo comunque di temere che il Cremlino usi il suo seggio per continuare “a diffondere disinformazione”.

Ognuno dei 15 membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu – i 5 permanenti (Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Russia e Cina)e i dieci a rotazione – presiede a turno l’organismo, seguendo l’ordine alfabetico, e non ci sono circostanze codificate, ai sensi della Carta delle Nazioni Unite, che lo possano impedire.

Redazione

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