«Di fronte a quello che si può definire un accanimento anti-terapeutico da parte dello Stato, ho deciso di cedere a Walter la cannabis frutto della mia coltivazione domestica. Per questo mi autodenuncio in questura». Riccardo Magi, deputato radicale di Più Europa aveva avvertito che si sarebbe mosso. Ora è passato dalle parole ai fatti, annunciando il suo gesto di disobbedienza civile con un video sui social davanti al commissariato Trevi-Campo Marzo di Roma, dove ha depositato l’esposto di denuncia.

Water di Benedetto da 35 anni convive con l’artrite reumatoide, malattia rara e degenerativa, che gli causa continui e insopportabili dolori e lo costringe a passare gran parte della sua vita a letto. Nonostante la regolare prescrizione della cannabis terapeutica negli ultimi mesi non è riuscito a ottenere la quantità di medicinale che gli spetterebbe, come accade a tanti malati come lui. Per questo è stato anche costretto a coltivare della cannabis nel suo giardino. Una scelta che lo ha portato a essere indagato per coltivazione di sostanza stupefacente in concorso e adesso quelle piante sono state distrutte.

Lo scorso 20 ottobre, poi, la decisione drastica: un messaggio video al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere che sia rispettato il diritto alle cure riconosciuto dalla Costituzione. «Mi rivolgo a lei – diceva Di Benedetto nel filmato- perché un anno fa mi sono rivolto al Parlamento, venendo fino a Roma con un viaggio abbastanza faticoso visto che sono malato, ma non è successo nulla. Mi chiedo: la politica dove sta? Ci sono notti in cui ho paura e non è giusto». Ma in questo mese nessun passo avanti. Per questo il deputato di Più Europa, che aveva già sostenuto Walter insieme ad alcuni colleghi del Movimento 5 Stelle, ha deciso di intervenire in prima persona.

«Lo scorso aprile avevo piantato dei semi di canapa aderendo alla iniziativa di disobbedienza civile “Io Coltivo” promossa dall’associazione Meglio Legale – spiega Magi in un post su Facebook – per chiedere una modifica del Testo Unico sulle droghe e la legalizzazione della cannabis. Così sono andato a trovare Walter ad Arezzo, dove vive, per portargli la cannabis che ho coltivato». Poi l’affondo: «Oggi quest’azione per la legge italiana costituisce reato, ma ritengo illegale la mancata applicazione delle norme che dovrebbero garantire le cure per Walter e per altri migliaia di malati nelle sue condizioni e ingiusta la legge che continua a reprimere l’autocoltovazione».
Come ha spiegato il legale che segue Di Benedetto, infatti, «la filiera degli attori che compaiono in questo è molto più ampia del singolo caso: dal momento in cui la farmacia ospedaliera non procura al paziente la medicina per la quale ha una regolare prescrizione, lasciandolo di fatto senza terapia, la persona è lasciata sola dallo Stato». Di fatto la cannabis terapeutica, anche se prescritta, è difficile da reperire. Ora sta al Parlamento e al Governo intervenire una volta per tutte.