Il caso
Il caso Epstein può aprire una crepa tra Maga e Donald. Dubbi sulla presenza del Presidente USA nei documenti
Poteva essere l’insurrezione del 6 gennaio. Poteva essere la Big Beautiful Bill, poteva essere la lampante incompetenza dell’amministrazione, che ha esacerbato situazioni disastrose come il Covid e le recenti alluvioni in Texas, dove è stato il Messico il primo Stato a rispondere inviando aiuti. Invece la prima vera frattura nel mondo Maga si sta verificando sui cosiddetti Epstein Files, i documenti relativi ai processi a carico del finanziere, condannato per abusi sessuali su minori e morto per suicidio in carcere nel 2019, nonostante siano diverse le teorie del complotto, spesso afferenti al mondo Maga, che vogliono che Epstein sia stato ucciso per coprire dei segreti indicibili, o per evitare che potessero uscire altri nomi.
Trump ha cambiato idea
Il Presidente Trump, che aveva promesso piena chiarezza e trasparenza sulla materia, ha cambiato radicalmente idea, sostenendo il lavoro dell’Attorney General Pam Bondi, che ha deciso di non rilasciare i documenti, formalmente per non danneggiare le persone coinvolte, aggiungendo anche, in quello che sembra più un tentativo di convincersi, che di Epstein non interessi davvero a nessuno. La realtà è diversa. Di Epstein interessa al mondo Maga che ha sostenuto Trump, nella speranza che il “Deep State” potesse essere finalmente smascherato dal loro salvatore, senza pensare alle evidenti contraddizioni di questa promessa, dato che tutto sembra puntare verso una presenza di Trump nei documenti, data l’enfasi con cui l’amministrazione sta cercando di minimizzare la questione.
Due linee principali
Il mondo trumpiano si sta dividendo tra due linee principali: da una parte coloro che non vogliono più parlare di Epstein, che potremmo definire i più fedeli trumpiani, anche se talvolta potrebbe risultare difficile parlare di fedeltà, dato che spesso sulla “reputazione” di Donald si gioca anche il futuro di tanti influencer, tra cui Charlie Kirk (popolarissimo tra i ragazzi); dall’altra chi invece sostiene che sia di vitale importanza fare chiarezza sulla vicenda, anche per motivi elettorali, come sostiene Steve Bannon, che ritiene che perdere una fetta di elettorato Maga potrebbe costare la maggioranza ai repubblicani nel 2026.
Il boomerang
Sicuramente questa nuova inerzia trumpiana si sta rivelando un boomerang, consentendo alla base di alimentare i sospetti che già erano stati ventilati sul tycoon. Cominciano a girare sui social i video di ormai ex sostenitori trumpiani che cominciano a bruciare i loro cappellini Maga, indicando una possibile emorragia per i repubblicani. Il sanguinamento, in realtà, è stato rallentato dal Wall Street Journal, che ha pubblicato di recente una lettera che Trump avrebbe scritto a Epstein anni indietro, dal cui contenuto sembrerebbe chiaro che il Presidente sapesse delle perversioni del finanziere. L’articolo del WSJ è riuscito però solamente a compattare i Maga contro le grandi corporation dei media tanto odiate.
Cosa prevarrà nel mondo Maga?
Si pone adesso una questione importante: cosa prevarrà nel mondo Maga? La malafede dell’amministrazione Trump sugli “Epstein Files” genererà una crepa in un movimento fino ad ora granitico? Oppure il risentimento verso i grandi media, condito da una giusta dose di opportunismo politico, renderà questa vicenda solo una delle tante storie in cui l’amministrazione sbaglia senza pagare il conto politico?
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