Politica
Il Pd e l’antisemitismo, critiche a Fiano, Fassino e Delrio, protezione per Albanese, la Crudelia De Mon dell’Onu deviato
C’è una frase resa celebre di Agatha Christie, che era diventata una regola nelle indagini tradizionali (quando non erano ancora in uso le intercettazioni a strascico): “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”. Su questa base potremmo sentirci autorizzati a denunciare, quanto meno, una deriva strisciante del Pd (versione Elly Schlein) verso una forma di antisemitismo dissimulato: i tre indizi con valore di prova ci sono già e sono tutti freschi di giornata.
Sono trascorsi appena dieci giorni da quando i Giovani democratici di Bergamo hanno contestato lo svolgimento di un evento dal titolo “La pace è possibile?”, promosso dall’associazione Italia-Israele, che aveva come ospite principale l’ex deputato dem Emmanuele Fiano, ora presidente della Sinistra per Israele. Fiano ha una storia personale segnata dall’Olocausto in quanto appartenente ad una famiglia sterminata ad Auschwitz con un solo superstite, il padre Nedo, nobile figura nella lotta contro l’antisemitismo nell’Italia democratica. I Giovani dem bergamaschi hanno contrapposto una manifestazione «autonoma» per ribadire che «la comunità democratica non può e non vuole essere assimilata alle posizioni di pochi, che è per una pace giusta e che si schiera senza se e senza ma con gli oppressi».«La sinistra non può dialogare con “sionisti moderati”», ma deve farlo con «gli antifascisti e antisionisti».
Non risulta che Fiano sia sionista; di certo è un antifascista persino esagerato. In qualità di deputato del PD Emanuele Fiano, presentò un ddl (che se ben ricordo fu anche approvato dalla Camera, ma bloccato al Senato) rivolto a inasprire le norme contro la propaganda fascista, estendendo il divieto anche alla produzione, vendita e diffusione di oggetti (gadget) che richiamassero simboli e manifestazioni fasciste. Poi nei giorni scorsi ha chiesto che fossero esclusi da una fiera libraria i volumi di una casa editrice da lui ritenuta filofascista. Ma questi atti di fede non gli hanno consentito di superare l’unico handicap che gli rimaneva agli occhi di quei giovani: l’essere ebreo. Fiano – che già era passato attraverso le forche caudine dei pro Pal all’Università Ca’ Foscari di Venezia – ha ricevuto la solidarietà di qualche esponente riformista nell’indifferenza dei vertici nazionali del partito.
Poi – a breve giro di posta – è toccata a Piero Fassino, segretario della medesima associazione, reo di averla combinata ancora più grossa: di essersi, cioè, recato ad Israele insieme ad altri parlamentari della maggioranza filo israeliani e di aver rilasciato delle dichiarazioni addirittura alla Knesset che riconoscevano ad Israele di essere una società aperta, libera, e democratica: dichiarazioni da cui il partito ha preso le distanze perché a giudizio dei vertici in quel paese è in atto una involuzione autoritaria e quant’altro. L’aspetto tragicomico della vicenda sta nel fatto che il censore di Fassino è stato un tal Giuseppe Provenzano che non era ancora nato, quando Piero sbadilava in V Lega Fiat. Ma non anche nel Pd non c’è limite al peggio.
L’ultima sconfessione rispetto alla linea ufficiale del partito è opera di Ciccio Boccia, capo gruppo dem al Senato e fedele samurai di Elly, nei confronti di un autorevole collega, Graziano Delrio, una personalità dotata di un curriculum eccellente nel partito, che ha presentato, insieme a una decina di colleghi, un ddl contro l’antisemitismo che si limita a recepire – come altre proposte di altri gruppi – la definizione di antisemitismo scritta dall’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance). Siamo a questo punto. Anche nel Pd è sempre più difficile cavarsela con i giochi di parole, camuffando l’antiebraismo con varianti semantiche. Del resto anche in materia di antisemitismo esiste sempre la possibilità di ricorrere alla prova del nove. Basta tener conto della protezione che – nonostante le gaffe rivelatrici del pensiero – è tuttora riservata a Francesca Albanese, la Crudelia De Mon dell’Onu deviato.
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