Un assaggio di giunta a domicilio per il prigioniero Giovanni Toti ieri nella sua abitazione di Ameglia, in provincia di La Spezia. Il governatore, detenuto da cinquanta giorni, ha potuto incontrare, per concessione della giudice Paola Faggioni, in linea con le posizioni della procura, il presidente a interim della Regione Liguria, Alessandro Piana della Lega e i due assessori del suo gruppo politico, Marco Scajola e Giacomo Giampedrone. Ha potuto giocare in casa, nel doppio senso del termine. Sarà lo stesso nel fine settimana, quando varcheranno la soglia della prigione domestica di Ameglia i due parlamentari di riferimento politico, Maurizio Lupi e Pino Bicchielli. Ma l’attenzione sarà riservata alla giornata di venerdì, nell’incontro più politico con i segretari liguri della coalizione, Matteo Rosso di Fratelli d’Italia, Carlo Bagnasco di Forza Italia (il partito rimasto inspiegabilmente fuori dalla giunta) e il sottosegretario Edoardo Rixi della Lega.
Non sarà un caso che il Secolo XIX, di proprietà dell’armatore Aponte, colui il quale prima che si trovasse un accordo anche grazie ai buoni consigli di Giovanni Toti, si batteva contro Aldo Spinelli per la concessione del Terminal Rifuse, che svolge una quotidiana campagna per le dimissioni del governatore, anche ieri abbia puntato il dito su quell’incontro. E indicato la giornata di venerdì come il momento in cui si potrebbe verificare uno strappo all’interno della maggioranza. Un auspicio, quasi una speranza dell’ultimo minuto, dal momento che sul piano giudiziario il carniere è rimasto piuttosto vuoto.

Considerazioni o accuse

Ed è inutile andare a spigolare tra le pieghe delle diverse deposizioni dei testimoni per tentare di trasformare in accuse quelle che erano semplici considerazioni. Come quella della funzionaria che spiegava come in Inghilterra gli imprenditori privati non concedevano finanziamenti ai partiti politici per non correre il rischio di qualche caso di corruzione. Riflessioni in libertà, non accuse specifiche. Su altri elementi dovrà pronunciarsi il tribunale del riesame, cui ha fatti ricorso l’avvocato Stefano Savi. Il quale ieri, nella conferenza stampa tenuta dopo l’incontro di Ameglia, ha ribadito quanto sia “insostenibile” il rischio di inquinamento delle prove o reiterazione del reato da parte di Toti, come sostenuto sia dalla giudice che dagli uomini di procura. Si attende ora la discussione e il giudizio di un tribunale, quello del riesame. E si spera che nel palazzo di giustizia di Genova, nell’attesa salvifica dell’approvazione del progetto di legge sulla separazione delle carriere, l’autonomia tra giudici e pubblici ministeri sia un fatto reale che scavalchi ogni vicinanza fisica e di casta. Spesso casi come questo si risolvono solo in Cassazione. E i cinquecento chilometri tra Genova e Roma non sono un mero fatto di distanza stradale.

I problemi dei finanziamenti

L’avvocato Savi ha colto l’occasione per qualche considerazione sul finanziamento della politica, dopo che lo stesso Toti aveva mandato un messaggio tra l’ironico e il virtuale ai “suoi” magistrati. Va bene, aveva detto, se i contributi privati alla politica non vi piacciono, allora non lo faccio più. Surreale, visto che non esiste più il finanziamento pubblico in forma diretta. Ma le stesse toghe, ha sottolineato ancora il legale del governatore, e dopo aver conferito con lui, non possono non tener conto dell’importanza di tenere in equilibrio le necessità dell’inchiesta e quella del governare. Sono due esigenze ugualmente importanti, si potrebbe concludere, e non saranno certo i colloqui domestici ma pur sempre carcerari concessi dalla giudice Faggioni a far superare l’inevitabile impasse. Vedremo se il tribunale del riesame presieduto da giudice Massimo Cusatti ne terrà conto o se sposerà, come ha già fatto la gip fino a ora, l’impianto accusatorio della procura. La quale ha ormi quasi del tutto terminato il suo compito. Quasi come se i quattro anni precedenti di indagini, pedinamenti e intercettazioni giorno e notte non fossero neppure esistiti.

Calendario pieno

Ora si lavora alacremente tanto che si è creato un bell’ingorgo perché ogni imputato, da Spinelli a Signorini fino ai fratelli Testa, sta chiedendo modifiche ai primi provvedimenti cautelari e anche il tribunale del riesame ha già il suo calendario pieno fino all’8 luglio. Solo dopo quella data sarà il turno della posizione di Giovanni Toti. E si vedrà se il termine “riesame” ha qualche significato non di sola facciata. I colleghi di giunta ieri hanno mostrato una ferrea condivisione con il governatore della volontà di non lasciare interrompere l’attività della Regione. Andare avanti è la parola d’ordine collettiva. Un fatto inedito nell’interno panorama italiano. “Siamo determinati a proseguire la nostra azione”, ecco il cipiglio del governatore a interim Alessandro Piana. Che è della Lega, il partito che si è esposto di più, con l’intervento dello stesso Matteo Salvini, fin dai primi giorni, in favore non solo di Giovanni Toti, ma dei princìpi dello Stato di diritto. Qualcosa di nuovo, anche su questo piano, nella storia del partito.

Qualcosa di nuovo

“Non si è parlato di dimissioni – ha aggiunto l’assessore Marco Scajola- ma del mandato che ci è stato dato nel 2020”. “La nostra linea politica non arretra di un millimetro”, ha fatto eco il suo collega Giacomo Giampedrone, il più vicino per amicizia e sintonia politica al Presidente. Si sono chiusi così ieri, alle spalle del primo dei tre gruppi di politici autorizzati al colloquio carcerario-domestico con il principale detenuto dell’inchiesta deflagrata con gli arresti lo scorso 7 maggio, i cancelli della villetta di Ameglia. Senza che si sia ancora capito il senso di quel che sta davvero succedendo. E i tanti perché, a partire dalla contestazione dell’aggravante mafiosa nei confronti di alcuni degli indagati, la vera chiave di volta che è servita a temperare le garanzie, a spostare i termini della prescrizione e a intercettare e controllare fino a quando non sono state messe le mani sul “pesce grosso”. Che però non si è arreso, e questo non era previsto. La parola ora ai partiti che governano la Regione Liguria. E poi ai tre giudici del riesame e forse, o probabilmente, alla cassazione, non prima di settembre. Il che significherebbe per Giovanni Toti restare tutta l’estate rinchiuso. E meno male che ha la fortuna di vivere in una città di mare.

Avatar photo

Politica e giornalista italiana è stata deputato della Repubblica Italiana nella XI, XII e XIII legislatura.