La novità
Il Social e digital manager è ora riconosciuto nella PA. Assunzioni senza oneri aggiuntivi e inquadramento per 20mila lavoratori

Con l’approvazione del Decreto PA da parte del Parlamento, la comunicazione pubblica italiana vive un passaggio storico: la figura del Social Media e Digital Manager è finalmente riconosciuta e istituzionalizzata nella Pubblica Amministrazione. Un provvedimento molto atteso, frutto di un percorso durato anni, ma soprattutto un segnale chiaro nella svolta digitale del settore pubblico. Una norma bipartisan – elemento tutt’altro che secondario – che riflette una consapevolezza ormai condivisa: la comunicazione digitale è un asset strategico e i professionisti che la rendono possibile sono fondamentali per le politiche pubbliche.
È un momento cruciale, risultato del lavoro di migliaia di professionisti attivi nei Ministeri, Regioni, Comuni, aziende sanitarie, Camere di commercio, enti e aziende pubbliche, impegnati da anni a gestire la presenza digitale delle istituzioni e a costruire un rapporto più diretto, trasparente ed efficace con i cittadini. Il nuovo profilo, introdotto all’articolo 4 della Legge 9 maggio 2025 n. 69, ha una missione chiara: elaborare strategie digitali, presidiare social media e piattaforme, promuovere l’uso consapevole e utile delle nuove tecnologie – dall’intelligenza artificiale alla realtà virtuale – a servizio dell’interesse pubblico. Si parte da una base già solida: oltre 20.000 professionisti che operano da tempo nel settore pubblico, spesso senza un inquadramento formale.
Ora, finalmente, si potrà dare loro un “nome e cognome”, valorizzando competenze centrali per affrontare la trasformazione digitale, con la possibilità – altrettanto strategica – di aprire la strada a nuove assunzioni, il tutto senza nuovi oneri per la finanza pubblica, ma sfruttando risorse già esistenti. Il riconoscimento normativo non è solo un traguardo professionale: è un atto politico e culturale, un passo avanti decisivo per garantire servizi pubblici più efficaci, partecipati e di qualità. La comunicazione digitale non è una vetrina, ma una leva per rafforzare la fiducia, la trasparenza e il dialogo tra amministrazione e cittadini. Lo è da anni nei fatti, ora lo è anche nella normativa.
Certo, si poteva intervenire prima. Ma l’apertura al digitale oltre che ai social media rende la figura appena istituita ancora più attuale e necessaria. Il lavoro da fare non è finito: sarà fondamentale definire in modo chiaro inquadramento, competenze, percorsi formativi e modello organizzativo, così da integrare efficacemente le diverse professionalità coinvolte (giornalisti, comunicatori, social e digital manager). Si apre ora un nuovo scenario, centrale per la Pubblica Amministrazione, ma potenzialmente anche un modello per il settore privato, con prospettive di crescita professionale, occupazionale e strategica. Come PA Social e Fondazione Italia Digitale, abbiamo lavorato a lungo per questo obiettivo, sin dalla nostra nascita dieci anni fa. Offrire dignità, riconoscimento e prospettiva a chi comunica la cosa pubblica con passione e competenza è un traguardo fondamentale. Ma la vera sfida comincia adesso: costruire una PA sempre più digitale, trasparente e vicina ai cittadini.
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