Il terrorismo islamico, dopo alcuni mesi di relativa calma, è tornato a colpire con forza in tutta l’Africa Occidentale. In Nigeria gruppi di banditi affiliati sia a quello che resta di Boko Haram che all’Iswap (Islamic State of Western Province) hanno attaccato due villaggi nello stato nordoccidentale di Zamfara portando via un centinaio di persone. Tutte le ragazze rapite spesso sono costrette a sposare i terroristi ed a convertirsi all’islam, mentre gli uomini, se non vengono resi schiavi, vengono liberati soltanto dietro il pagamento di un riscatto da parte della famiglia.

La situazione nel nord della Nigeria è incontrollabile ed il governo del Presidente Bola Tinubu aveva promesso una lotta serrata contro i terroristi, ma fino ad oggi i risultati sono stati molto deludenti. Ad inizio luglio, centinaia di persone hanno protestato contro il fenomeno del banditismo a Gusau, capitale dello stato di Zamfara, bloccando le strade e chiedendo un intervento immediato da parte del governo: i gruppi di banditi attaccano i villaggi ormai a ritmo quotidiano, uccidendo, rapendo persone e bruciando case, campi e attività commerciali.

Ma il fenomeno jihadista colpisce ormai da anni tutta la fascia del Sahel ed il Mali ed il Burkina Faso restano fra gli stati più colpito. In Mali continua la guerra fra i governativi appoggiati dai mercenari russi contro i Tuareg secessionisti e i due network del terrorismo internazionale che controllano intere province. A Mopti, nel Mali centrale,  il gruppo Jnim (Jama’at Nasr al-Islam wal Muslimin) affiliato ad al Qaeda ha teso un’imboscata ad una colonna di russi uccidendone una decina. Le insegne dell’Africa Corps, che ha preso il posto del Wagner Group, appaiono gettate per terra e nelle immagini si vedono diversi corpi di mercenari.

Mentre i qaedisti dimostravano che la regione di Mopti restava saldamente sotto il loro controllo, i Tuareg conquistavano Kidal, la capitale provvisoria del loro stato secessionista chiamato Azawad. L’esercito maliano appare in estrema difficoltà a combattere più di un avversario e le forze russe in campo sono troppo esigue per rappresentare un deterrente ai terroristi. La situazione appare davvero preoccupante tanto che il Senegal ha deciso di schierare nuove unità di gendarmeria nella parte orientale del paese in risposta alla crescente insicurezza al confine con il Mali. Un numero crescente di attacchi condotti all’inizio di luglio ha preso di mira le posizioni dell’esercito in diverse città del Mali occidentale. Una delle città attaccate più volte, Diboli, si trova molto vicino al confine con il Senegal e a meno di 500 metri dalla città senegalese di Kidira. Gli attacchi sono stati rivendicati dal Gruppo di Sostegno all’Islam e ai Musulmani, la branca dello Stato Islamico che agisce in questa parte dei Africa e che sembra voler arrivare ad infiltrare anche Dakar.

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Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi