Editoriali
Impeachment contro Trump, il caso Bolton rischia di far crollare il muro repubblicano
I senatori repubblicani più aperti all’ipotesi di votare a favore dell’audizione dei testimoni sono finora tre: Lisa Murkowski dell’Alaska, Susan Collins del Maine e Mitt Romney dello Utah. Alcuni come Cory Gardner del Colorado sono indecisi, e sottoposti anch’essi a forti pressioni democratiche. Martedì scorso, dopo che la squadra legale di Trump aveva formalizzato la sua difesa, i senatori repubblicani si sono incontrati per trovare una via d’uscita dallo stato di caos. Una fonte anonima presente alla riunione ha riferito che il leader della maggioranza Mitch McConnell ha detto alle sue truppe di non avere ancora voti sufficienti per bloccare la richiesta di testimoni da parte dei democratici.
È il primo segnale che il gruppo di repubblicani aperti all’audizione di Bolton potrebbe essere più ampia di quanto finora immaginato. I senatori dubbiosi si trovano tra due fuochi: da una parte, non vogliono deludere gli elettori moderati arrabbiati per la condotta di Trump che potrebbero stigmatizzare il loro silenzio; dall’altra, non vogliono tradire le aspettative dei sostenitori del Presidente con il rischio di bruciare anche le proprie possibilità di rielezione a novembre. Chuck Schumer, democratico di New York e leader della minoranza al Senato, in una intervista alla Cnn ha sostenuto che «ci sono 10-12 repubblicani che non hanno mai preso posizione contro l’audizione dei testimoni o l’adozione di documenti a fini probatori.
Nei loro cuori sanno che cosa è giusto fare. Ma dovranno pesare bene la loro scelta contro la pressione violenta che Donald Trump e Mitch McConnell metteranno su di loro». Da quando ha vinto la sua nomination nel 2016, Trump ha governato infatti il suo partito con il pugno di ferro e lo ha costretto ad accettare i suoi comportamenti spesso esecrabili. Sarebbe quindi una vera sorpresa vedere una rivolta del Senato sulla questione dei testimoni. Entro la fine settimana la situazione dovrebbe sbloccarsi. I democratici sono a caccia di “infedeli” repubblicani.
Ne servono almeno quattro.
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