Perché si continua a tacere sullo sparo?
Indovina chi, Pozzolo fa scena muta davanti ai Pm: allora chi è stato? Il maggiordomo?
Il deputato, convocato «a sorpresa», si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Alla fine ha deciso di intraprendere la strada del silenzio. Emanuele Pozzolo, interrogato dai pm di Biella dopo essere stato convocato «a sorpresa», si è avvalso della facoltà di non rispondere e così davanti alla procuratrice Teresa Angela Camelio ha scelto di non proferire parola. Il deputato, sospeso dal gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, è finito al centro della bufera politica in seguito al colpo di pistola partito (da chi?) in occasione del veglione di Capodanno a Rosazza. A rimanerne ferito è stato Luca Campana, elettricista di 31 anni e genero di un agente della scorta del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro.
Le incognite sono molteplici mentre si resta in attesa della conclusione e dell’esito dell’esame dello Stub e della perizia balistica all’interno del locale della festa. In molti hanno visto nel suo silenzio la volontà di non «scoprirsi» in assenza degli elementi che emergeranno prossimamente dalle analisi tecniche. Nel frattempo le indagini proseguono ma l’interrogativo è ben scolpito: per quale motivo Pozzolo ha preferito fare scena muta? Una spiegazione è stata fornita Andrea Corsaro, legale del deputato, secondo cui non si è trattata di una strategia processuale ma di una sorta di reazione alla luce di una situazione che ha voluto denunciare con nettezza: la pubblicazione su organi di stampa di stralci di atti di indagine «non a disposizione della difesa». Dunque la decisione è stata assunta e motivata ai pubblici ministeri in considerazione dell’uscita sui quotidiani il 16 gennaio scorso di «stralci di atti di indagine non a disposizione della difesa, perché coperti da segreto istruttorio, che risultano invece, poiché pubblicati, a conoscenza di altri, non autorizzati». «E ciò con grave pregiudizio per le indagini», viene aggiunto. Sullo sfondo resta l’enorme mole di quesiti su una vicenda che presenta ancora troppi punti oscuri. Chi è stato a sparare? Chi ha visto le dinamiche dell’episodio? Perché continuano a regnare le tenebre a distanza di oltre due settimane?
Inevitabilmente si è scatenata la bufera politica. Per Enrico Borghi siamo di fronte a un «colpo di scena notevole» che solleva ulteriori domande in particolar modo in seguito ad alcune affermazioni di cui Pozzolo si era reso protagonista nei giorni scorsi: il capogruppo di Italia Viva al Senato ha puntato il dito contro le «ricostruzioni diverse» che da tempo «si sovrappongono», senza riuscire così a spazzare via la nebbia fitta di dubbi su quanto accaduto a Rosazza. Borghi ha pertanto denunciato la «totale mancanza di trasparenza», dicendosi basito per un atteggiamento che nei fatti rischia di «ostacolare il lavoro della magistratura». Si muove sulla stessa linea la critica avanzata da Walter Verini, senatore del Partito democratico, che ha tirato in ballo il sottosegretario Delmastro: «Perché si nasconde e – lasciando l’incarico – non si assume le sue responsabilità politiche?». «Peggio di lui Meloni e Nordio che lo coprono», è stata la sferzata del segretario della commissione Giustizia che ha messo nel mirino politico anche il presidente del Consiglio e il ministro della Giustizia.
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