L'intervista
Intervista a Brando Benifei: “Su Qatargate Europa a rischio credibilità, servono risposte politiche adeguate”
L’attività regolare di lobbing, che è “fisiologica” in un sistema democratico perché si rappresenta un determinato interesse portandolo all’attenzione del decisore pubblico, ha poco a che vedere con il Qatargate, lo scandalo giudiziario che ha coinvolto il Parlamento europeo e il Qatar dove alcuni parlamentari, anche italiani, avrebbero ricevuto regali significativi con lo scopo di influenzare le decisioni del Parlamento europeo in favore dell’emirato del Golfo. Brando Benifei, Capo delegazione italiano dei socialisti e democratici al Parlamento Europeo, in questa intervista con l’Avanti! della domenica parla di un “sistema politico fragile” di fronte al quale le istituzioni europee devano agire con determinazione per rafforzare le tutele e le difese della nostra democrazia. I primi provvedimenti? Prevedere regole più chiare e maggiore pubblicità sugli incontri che i parlamentari e i rappresentanti delle istituzioni hanno con i portatori di interessi particolari.
Secondo molti osservatori il Qatargate metterebbe a rischio la credibilità delle istituzioni europee…
Credo che le istituzioni europee rischino seriamente una crisi di credibilità, se di fronte a quanto accaduto non saranno in grado di mettere in campo risposte politiche adeguate. C’è differenza tra le vicende giudiziarie che riguardano singole persone – che fino a prova contraria sono innocenti – e questioni che hanno conseguenze più politiche. Credo che le istituzioni debbano agire con molta determinazione allo scoppio di questo scandalo che ha fatto emergere delle fragilità, per rafforzare le tutele e le difese della nostra democrazia.
Come?
Intanto agendo con maggiore trasparenza sulle attività di lobbing, con l’attuazione reale del Registro sulla Trasparenza che attualmente è sottofinanziato e poco efficace. E inoltre prevedendo regole più chiare e maggiore pubblicità sugli incontri che i parlamentari e i rappresentanti delle istituzioni hanno con i portatori di interessi particolari. Ritengo che sia fondamentale avere rapporti con chi fa attività di lobbing, anche perché mettono in evidenza prospettive su temi che solo chi rappresenta un determinato interesse può portare all’attenzione del decisore pubblico.
Lo scandalo è scoppiato nelle istituzioni europee dove esiste già il registro della trasparenza che regolamenta i rapporti tra i decisori pubblici e gli stakeholders privati. Dunque, il problema è altrove?
E’ un’iniziativa poco efficace anche perché esclude paesi terzi extraeuropei e non ha tutta i vincoli di cui ci sarebbe bisogno. Il parlamento europeo, alla plenaria di dicembre, ha chiesto di finanziare e di rafforzare il Registro della Trasparenza, in maniera molto più decisa in modo da renderlo uno strumento vero. Oggi è uno strumento debole.
Dove si insinua, dunque, il problema?
Il problema vero è quello delle porte girevoli, del revolving doors. L’ex parlamentare Panzeri non avrebbe potuto costruire questo presunto sistema criminoso senza la possibilità, che oggi c’è, di fare una attività privata legata a ciò di cui ci si è occupati nell’attività pubblica, immediatamente dopo la fine dell’incarico. Serve dunque una regolamentazione più stringente che impedisca agli ex politici di diventare immediatamente rappresentanti di interessi costituiti. Cosa che oggi avviene regolarmente.
A suo avviso perché viene associata l’attività di lobbing alla corruzione o ad attività opache?
Credo che in Italia ci sia una scarsa comprensione di che cosa rappresenta l’attività di lobbing regolare e che io definisco fisiologica nel processo democratico. Faccio un esempio: io mi sono occupato molto di povertà minorile e le organizzazioni che si occupano di lotta alla povertà dei bambini sono lobbing che perorano cause assolutamente meritorie ma che si incrociano con altri interessi. Niente è neutro, tutto è frutto di interesse e di scelte di visione. Credo che la politica abbia il dovere di ascoltare il punto di vista degli interessi costituiti, che sono i più vari. Poi deve avere autonomia di decidere di costruire in base ai propri valori, al mandato elettorale ricevuto, un equilibrio tra i diversi valori in gioco.
Giorgia Meloni ha detto che lo scandalo Quatargate dovrebbe essere chiamato “socialist job”… Quale è stata la sua reazione a questa affermazione?
L’ho trovata miserevole. Si tratta di persone singole che hanno compiuto atti criminali, per via di un sistema che ha mostrato tutta la sua fragilità. Non c’è stata la capacità di influenzare in maniera decisiva il nostro gruppo che sul tema del Quatar ha votato in maniera netta per condannare la violazione dei diritti umani. Il tentativo corruttivo ha avuto un esito risibile. Noi che siamo l’obiettivo più appetibile perché i socialisti sono quelli che difendono maggiormente i diritti umani e le libertà fondamentali. Dobbiamo attuare tutte le azioni possibili per evitare che possano accadere ancora cose di questo tipo.
Lei ha detto che sia un atto dovuto revocare l’immunità ai due parlamentari. Il Pd voterà a favore.
Assolutamente sì. Sono i parlamentari stessi ad avere dichiarato che intendono dimostrare la loro estraneità. Per farlo è necessario rimuovere l’immunità. Nessun atto accusatorio, anzi, trovo vergognoso che ci sia certa stampa che abbia sostenuto questo.
Come ha reagito la stampa belga rispetto a quella italiana, dal suo punto di vista?
Mi pare che la stampa belga abbia avuto un atteggiamento molto più rispettoso.
Torniamo in Italia. Il PD si avvia a celebrare il congresso e le primarie. Come deve essere il nuovo Pd per risollevarsi dalla crisi che sta vivendo?
La nostra piattaforma ‘Coraggio Pd” porterà all’assemblea costituente del partito del prossimo 20-21 gennaio le proposte frutto di un percorso di appuntamenti territoriali che abbiamo organizzato da Roma, a Firenze e Milano ed altre città. C’è stato un ampio confronto, sia online che in presenza, per mettere e al punto il tema dell’identità e del rinnovamento politico del partito di cui c’è necessità. E’ necessario riconquistare credibilità e penso che il socialismo europeo sia un riferimento centrale. Un socialismo europeo che saprà trovare la forza politica e di rigore politico per uscire da una situazione di attacco a cui è stato sottoposto con il Qatargate, da parte di una destra che ha provato ad usare questo scandalo terribile per cambiare gli equilibri politici europei.
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