Giorgia Meloni si è risentita e parecchio, con la stampa europea per via dello scandalo legato al Qatar. Non ci sta da massimo esponente politico del Bel Paese, a sentir parlare di “italian Job”. “E’ casomai un socialist job” perché ha coinvolto i socialisti di vari paesi e non l’Italia.
E continua: “se fosse stato un problema dei conservatori, lo avrei definito conservative job” . Insomma, la nostra premier è già in modalità bipolarista, dopo appena poche settimane dall’insediamento; o almeno parrebbe, sul fronte della legalità. Ma ha già fatto sapere che è favorevole alla Repubblica Presidenziale.

E pensare che nei giorni scorsi è stato tutto un florilegio di belle parole nei confronto del MSI, a cui hanno dato il via la seconda carica dello Stato, Ignazio La Russa e la sottosegretaria Isabella Rauti. Figlia del loro compianto camerata Pino.  Peccato che nemmeno nel discorso “a reti unificate” di fine anno, sia uscito alcun riferimento alla lotta del governo nei confronti delle mafie. Un problemino un tantinello più grave dell’ennesima storia di presunte tangenti e di favori.  C’è da registrare tuttavia, che anche la nostra stampa ha indugiato volentieri sullo scandalo dei socialisti, quando nel PD: non hanno ancora scelto in patria (servirebbe molto più coraggio e visione) di diventarlo a tutti gli effetti.

Pier Antonio Panzeri era uscito dal PD aderendo ad Art.1 e quindi formalmente, all’epoca, non più facente parte del PSE. Andrea Cozzolino è invece stato sospeso dal PD senza che avesse ricevuto alcun avviso di garanzia, e in base soltanto alle dichiarazioni di Giorgi, collaboratore di Panzeri.  Un giustizialismo di ritorno molto poco edificante in un momento tanto complicato come questo, e non solo per il PD ma per tutto il centro-sinistra, nel caso esista ancora. Cozzolino da par suo, ha addirittura rinunciato all’immunità parlamentare, istituto fondamentale nato proprio per tutelare i rappresentanti dei massimi consessi legislativi elettivi, da eventuali accuse infondate.

Ma quali socialisti, viene da chiedersi. Insomma era meglio il MSI, e la sua peculiare funzione di aver traghettato (secondo i suoi discendenti) l’Italia sconfitta dalla guerra, nel novero delle democrazie europee.  Non c’è spazio qui per tutte le affermazioni un po’ bislacche fatte sui temi economici e sociali dal PdC, avremo modo di parlarne più avanti. Quelle di questi giorni già ci bastano per augurare a tutto il paese, un 2023 migliore.