“Ho annunciato ispezioni nei casi di fughe di notizie e di diffusioni di intercettazioni riservate, che per fortuna sono diminuite, ma questo tipo di attività si contano sulle dita di una mano, forse anche per l’effetto deterrente che comportano. Bizzarro che io, dopo esser stato un pm per 40 anni diventi un ‘castigamatti’”. Con queste parole il Ministro della Giustizia Carlo Nordio apre la sua intervista di oggi al Corriere della Sera. Definisce in perfetta sintonia il rapporto con la Meloni, e rimanda al mittente le voci di dimissioni: “Le riforme le faremo, come da cronoprogramma, anche sulla prescrizione che riporteremo nell’ambito del diritto sostanziale come causa di estinzione del reato e non di improcedibilità. La soluzione della riforma Cartabia ha creato difficoltà applicative”.

Il ddl sulla riforma della Giustizia, varato il 15 giugno dal Consiglio dei ministri e in procinto ad iniziare il suo iter parlamento in commissione Giustizia al Senato da settembre. mira ad eliminare il reato d’abuso d’ufficio (incontrando in tal senso l’opposizione dell’Associazione Nazionale Magistrati), a limitare la pubblicazione delle intercettazioni e a restringere l’applicazione della custodia cautelare. “I rapporti con l’ANM sono buoni, concordiamo sulle idee di efficienza della giustizia civile, meno sulle riforme penali, ma spero di trovare un accordo”, precisa il Ministro.

Al centro del discorso anche le intercettazioni, oggetto di riforma nel decreto “Asset e Investimenti” e in procinto di vedere allargato il proprio ambito di utilizzo: “Ho sempre detto che sono indispensabili alle indagini, soprattutto nei reati contro la sicurezza dello Stato, la pubblica incolumità e nella lotta alla corruzione. Ma è intollerabile che siano effettuate a strascico, ovvero sperando di trovare qualcosa contro un soggetto individuale. Ogni Procura dovrebbe avere un budget da investire”.

Per quanto riguarda il doppio suicidio nel carcere delle Vallette dove venerdì una detenuta di 28 anni e un’altra di 43 si sono tolte la vita. Quest’ultima si è lasciata morire lentamente rifiutando acqua cibo cure. “Era stato fatto tutto il dovuto, la prevenzione al suicidio è praticamente impossibile”, conclude Nordio.

Redazione

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