Da una parte le minacce dell’Iran, dall’altra la linea ferma di Israele non intenzionata a interrompere le operazioni militari nella Striscia di Gaza fino a quando non verranno liberati gli ostaggi. Tensione sempre alle stelle in Medio Oriente a 29 giorni dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas in seguito ai fatti raccapriccianti avvenuti il 7 ottobre scorso.

Il ministro della Difesa iraniano ha spiegato che gli Stati Uniti verrebbero “colpiti duramente” se non dovessero ottenere un cessata il fuoco a Gaza. A riferirlo è l’agenzia di stampa Tasnim citando Mohammad-Reza Ashtiani. Il consiglio dell’Iran agli Stati Uniti – ha affermato – è quello di “fermare immediatamente la guerra a Gaza e attuare un cessate il fuoco, altrimenti saranno colpiti duramente”. L’Iran – che sostiene Hamas e altre organizzazioni militanti nella regione, tra cui Hezbollah e la Jihad islamica palestinese – ha dichiarato in precedenza di considerare gli Stati Uniti “militarmente coinvolti” nella guerra.

Cessate il fuoco a Gaza, Netanyahu: “Solo con il rilascio degli ostaggi”

Immediata la riposta del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Durante una visita alla base aerea di Ramon, nel deserto del Negev, il premier ha ribadito che le Forze di difesa di Israele (Idf) non cesseranno il fuoco nella striscia di Gaza senza il rilascio degli ostaggi rapiti dal movimento islamista palestinese Hamas. “Non ci sarà alcun cessate il fuoco senza il ritorno dei nostri ostaggi, lo diciamo sia ai nostri nemici che ai nostri amici. Continueremo finche’ non li sconfiggeremo”, ha detto il premier, citato da quotidiano israeliano “Haaretz”.

Appello a cessare il fuoco e a consentire l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia anche da parte dell’Unicef: “A nome di tutti i bambini coinvolti in questo incubo, chiediamo un immediato cessate il fuoco umanitario. Abbiamo bisogno – prosegue la nota – di un accesso umanitario illimitato, del rilascio immediato e sicuro di tutti i bambini rapiti e della protezione di tutti i bambini. I bambini di Israele e dello Stato della Palestina intrappolati in questo incubo hanno bisogno che tutti noi mettiamo la loro incolumità e sicurezza in primo piano”.

Incontro Blinken-Abu Mazen: “Pronti a riprendere Gaza con soluzione politica globale”

In mattinata a Ramallah c’è stato un incontro tra il presidente palestinese Abu Mazen (nome di battaglia di Mahmoud Abbas) e il segretario di Stato americano Antony Blinken. Incontro che ha visto Abu Mazen ricollegare l’eventuale ritorno dell’Autorità palestinese a Gaza – alla fine della guerra tra Israele e Hamas – a una “soluzione politica” che includa anche la Cisgiordania occupata e Gerusalemme est. “La Striscia di Gaza è parte integrante dello Stato di Palestina, ci assumeremo tutte le nostre responsabilità nel quadro di una soluzione politica globale per la Cisgiordania, Gerusalemme Est e la Striscia di Gaza”, ha affermato Abbas durante l’incontro con Antony Blinken. Lo stesso Blinken nei giorni scorsi aveva sottolineato che “a un certo punto” l’Autorità Palestinese dovrebbe riprendere il controllo della Striscia di Gaza da Hamas e che terze parti internazionali potrebbero forse svolgere un ruolo transitorio. “Ciò che avrebbe più senso sarebbe che un’Autorità Palestinese efficace e rinvigorita si assumesse la responsabilità del governo e, in ultima analisi, della sicurezza di Gaza”, ha detto durante un’udienza al Campidoglio.

Abu Mazen, la cui autorità è stata cacciata da Gaza da Hamas nel 2007, risiede a Ramallah e governa solo in Cisgiordania. Le ultime elezioni legislative palestinesi risalgono al 2006 e furono vinte da Hamas. Impossibilitato a esercitare un potere reale nonostante questa vittoria, il movimento islamico prese il controllo della Striscia di Gaza con la forza l’anno successivo.

Redazione

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