Se scoppiasse la terza guerra mondiale che sta dando numerosi segni di impazienza, il mondo si troverebbe spaccato in due dall’America all’Europa all’Africa e all’Asia, come accadde già all’inizio della grande guerra del 1914-18. Le differenze sono grandi ma non poi tanto da non poter fare dei paragoni e chiedersi se si tratti sempre della stessa guerra che divide l’umanità in due fazioni oggi dichiaratamente nemiche, opposte, inconciliabili.

I fronti nella prima guerra mondiale

Qual era il fronte della Prima guerra mondiale? Allora era il mare, o meglio l’oceano, su cui la nuova Germania voleva mettere le sue flotte a competere con quelle inglesi. Il Kaiser Guglielmo era nipote della regina Vittoria ed anche il suo preferito. L’ultima volta che lo videro a Londra cavalcava un cavallo nero dietro al feretro della regina scomparsa. Salito sul trono tedesco, ebbe la pericolosa idea di competere con la vecchia madrepatria. L’assassinio dell’Arciduca austriaco Ferdinando e di sua moglie durante una visita di cortesia in Serbia, costrinse Vienna a dichiarare guerra alla Serbia festosamente seguita dai tedeschi decisi a far saltare l’equilibrio uscito dal Congresso di Vienna provocò una reazione a catena: la Russia alleata dei serbi, dichiarò guerra a Berlino e Vienna.

La Francia, alleata della Russia entrò in guerra con la Germania e l’impero ottomano si schierò con i tedeschi. Scoppiò così la prima guerra combattuta da uomini contro macchine mitragliatrici, macchine volanti e sottomarine. Sul pantano di sangue intervennero nel 1918 gli americani mandati dal Presidente Woodrow Wilson che sfondarono le linee tedesche vincendo la guerra. Wilson si trattenne per due anni a Parigi per organizzare un mondo senza più guerre, ma lui e il francese Clemenceau ottennero come effetto l’ascesa di Hitler e la Seconda guerra mondiale. Intanto, la rivoluzione bolscevica aveva trucidato lo Zar con tutti i figli, ma si era tenuta ben stretto l’impero dei Romanov.

Dopo il secondo conflitto

Alla Seconda Guerra mondiale seguì una lunga Guerra Fredda vissuta nel terrore nucleare. E dopo il collasso dell’Unione Sovietica il mondo visse l’illusione di un mondo unipolare delle democrazie guidate dall’America. La nascita dello Stato di Israele decisa nel 1948 dalle Nazioni Unite prevista insieme a uno Stato palestinese provocò lo sdegnato rifiuto della Lega Araba. La resistenza di Israele alle guerre del 1948, 1967, 1973, più quella del Libano negli anni Ottanta e due intifade, ha generato molteplici varianti del “grande gioco” tra grandi e medie potenze.

L’illusione di una Russia democratica nel senso occidentale guidata dallo sconosciuto Vladimir Putin lasciava ben sperare, ma l’impassibile ex tenente colonnello del Kgb Putin coltivava, e poi illustrò apertamente, il progetto di restaurare l’impero della Grande Russia, da quella di Pietro e Caterina Romanov alle nuove frontiere raggiunte da Stalin. Putin ha più volte dichiarato, anche sul canale YouTube, la prevalenza del “diritto storico” su quello Internazionale, posizione che sembra ampiamente condivisa dal Presidente turco Erdogan che agendo sia militarmente che diplomaticamente fra campo russo e Nato, sta ricostituendo l’impero Ottomano in grado di essere decisivo su tutto il Medio Oriente.

L’altra protagonista è la Cina di Xi Jinping in versione confuciano-comunista e restauratrice di fatto del Celeste Impero apertamente nemica della democrazia, cui preferisce la confuciana armonia, imposta dalla polizia. Ma la Cina è sull’orlo di una crisi economica ed esistenziale che non le permette di rinunciare al mercato americano. Per ora, almeno a parole, si schiera con Hamas, con la Russia e con l’Iran, ma pensa a riportare a casa l’isola di Taiwan a costo di uno scontro armato con gli Stati Uniti. Il nuovo fronte antioccidentale è oggi una alleanza dichiarata tra il primo gruppo di BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) cui si sono aggiunti l’Iran e il Venezuela mentre l’India di Modi dà segni di voler tornare nel campo dell’Occidente.

Lo schieramento anti Occidente

A parole, il fronte antioccidentale è compatto nel sostenere la Russia contro l’Ucraina così come Hamas contro Israele e nel dichiarare di rifiutare la democrazia come forma di governo, procedendo verso la restaurazione degli imperi che erano stati smembrati alla fine della Grande Guerra: la Russia reclama il dominio sulle Repubbliche Baltiche, sulla Georgia invasa nel 2008 e sull’Ucraina trattata come un ribelle da schiacciare. Il progetto di moneta antagonista del dollaro e lo sdoganamento delle atomiche come armi usabili accomuna questi Paesi ma con qualche riluttanza: oltre all’India, anche il Sud Africa sembra incerto. Il governo degli Ayatollah iraniani ha sostenuto apertamente l’attacco barbarico del 7 ottobre di Hamas alo scopo di far saltare “l’Accordo di Abramo” tra Israele e Arabia Saudita, paese sempre occidentalizzante. L’aggressione di Hamas contro Israele è alimentata da Teheran sicché Medio Oriente e Ucraina costituiscono i primi focolai di una possibile terza guerra mondiale contro l’Occidente e dei suoi valori, umiliati e derisi dalla coalizione dei tiranni e degli autocrati.

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Giornalista e politico è stato vicedirettore de Il Giornale. Membro della Fondazione Italia Usa è stato senatore nella XIV e XV legislatura per Forza Italia e deputato nella XVI per Il Popolo della Libertà.