“Una pausa tattica” dai combattimenti, per favorire la consegna degli aiuti umanitari. Così l’esercito israeliano ha annunciato uno stop alle operazioni militari nel sud della Striscia di Gaza che interesserà le ore del giorno e durerà “fino a un nuovo avviso”. Una pausa quindi che coinvolge solo alcune zone dell’enclave palestinese e che arriva dopo un giorno in cui le Idf, le Forze di difesa di Israele, hanno perso 10 soldati durante i combattimenti.

La pausa tattica di Israele a Gaza, perché e quanto dura

La pausa tattica è stata annunciato in un comunicato dalle Idf: lo stop “per scopi umanitari avrà luogo tutti i giorni dalle 8 alle 19 fino a nuovo avviso lungo la strada che porta dal valico di Kerem Shalom a Salah al-Din Road (l’autostrada principale della Striscia) e poi verso nord”. L’esercito israeliano ha spiegato di star lavorando con le Nazioni Unite e le agenzie umanitarie internazionali per la consegna dei beni umanitari alla popolazione palestinese di Gaza.

Pausa tattica, lo scontro tra governo ed esercito in Israele

Ma la decisione dell’esercito ha creato il caos in Israele. L’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che “quando il primo ministro ha sentito domenica mattina la notizia di una pausa umanitaria nei combattimenti per 11 ore al giorno, ha detto al suo segretario militare che ciò era inaccettabile”. A riportarlo è Haaretz, che riporta come ci sarebbe stato un chiarimento e infine “il primo ministro è stato informato che non vi è alcun cambiamento nella politica dell’IDF e che i combattimenti a Rafah continueranno come previsto”.

Ma in realtà l’Idf ha respinto le critiche sulla sospensione dei combattimenti e anche la versione per cui il governo non sia stato messo al corrente della decisione. È sempre Haaretz che fa il punto, sottolineando come la scelta sia stata militare dopo che lo stesso Netanyahu aveva incaricato i capi della sicurezza di aumentare gli aiuti a Gaza e di consentire un accesso più sicuro agli operatori umanitari, vista l’imminenza della nuova udienza della Corte internazionale di giustizia.

Gaza, l’allarme per la fame

A causa dei combattimenti tra i militari israeliani e i militanti di Hamas, presto nel sud della Striscia la popolazione civile potrebbe soffrire livelli di fame già riscontrati nel nord dell’enclave. A lanciare l’allarme è il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite. Carl Skau, vicedirettore esecutivo dell’agenzia, venerdì ha affermato che nel sud la situazione si sta deteriorando. E l’Agenzia di soccorso delle Nazioni Unite per i palestinesi (Unrwa) ha invece dichiarato che oltre 50mila bambini a Gaza hanno bisogno di cure per malnutrizione acuta.

Israele, uccisi dieci soldati solo ieri

Ieri è stata una giornata dura per i combattimenti e per il bilancio dell’esercito israeliano. Sono stati uccisi, infatti, dieci soldati delle Idf a Gaza. Otto militari sono morti a Rafah, dopo che i terroristi di Hamas hanno teso un’imboscata colpendo il loro veicolo con dei lanciarazzi. Mentre altri due, un 28enne e un 49enne del 129mo battaglione dell’8a brigata corazzata di riserva, sono stati uccisi a causa di un ordigno fatto esplodere contro il loro carro armato.

Redazione

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