Era il 26 gennaio 2020 quando l’elicottero su cui viaggiava Kobe Bryant insieme alla figlia i 13 anni, Gianna Maria, e altre 6 persone, si schiantò e prese fuoco in California, nella contea di Los Angeles. Il campione e sua figlia morirono nel drammatico schianto. Ora una giuria federale ha ordinato alla Contea di Los Angeles di pagare 31 milioni di dollari di danni per le foto scattate dagli agenti dello sceriffo e dai vigili del fuoco.

Sedici milioni è il risarcimento che spetta a Vanessa Bryant, vedova della leggenda del basket, e 15 milioni a Chris Chester, la cui moglie e figlia morirono nello stesso incidente. Da tempo le famiglie, addolorate per le gravi perdite, avevano denunciato la paura che le immagini, comprese quelle dei presunti resti dei loro cari, potessero essere svelate su internet. Per questo motivo i loro avvocati avevano chiesto i danni per la sofferenza emotiva provata: 40 milioni per la vedova di Bryant e 30 milioni per Chester.

Le foto erano state fatte vedere da agenti e pompieri intervenuti sul posto a persone esterne all’indagine, tra cui un barman e amici. I loro difensori hanno argomentato che le immagini non sono mai diventate pubbliche e che i superiori avevano dato prova di sollecitudine cancellandole dagli apparecchi elettronici dei soccorritori. Le famiglie delle altre vittime si erano viste accordare l’anno scorso 2 milioni e mezzo di dollari di risarcimento nella stessa vicenda. I giurati del centro di Los Angeles hanno raggiunto il verdetto dopo circa quattro ore e mezza di deliberazioni.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.