Il problema del ‘passato social’ dei cosiddetti “giovani candidati” del Partito Democratico, dal caso La Regina a Sarracino, si sta allargando anche agli altri partiti. Non solo a destra, dove Giorgia Meloni è finita nella bufera nei giorni scorsi per un video del 1996 in cui una poco più che maggiorenne militante di destra ad una tv francese descriveva Mussolini “un buon politico, il migliore degli ultimi 50 anni”, ma anche nel ‘Terzo Polo’ riformista.

‘Colpa’ di Stefania Modestino, candidata come capolista del tandem Azione-Italia Viva nel collegio proporzionale al Senato della Campania 2, quello che comprende le province di Caserta, Salerno, Avellino e Benevento.

Docente e giornalista, un passato nel Partito Democratico, la Modestino è stata scelta dal partito di Carlo Calenda come capolista al Senato, avendo dall’altra parte alla Camera un compagno di avventura dal curriculum pesante come il generale Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare e della difesa.

Ma basta dare una rapida occhiata al profilo della professoressa, docente di latino e italiano, per scoprire che le sue idee politiche contrastano in maniera piuttosto netta con quelle del ‘Terzo Polo’ in cui è candidata, in particolare nella politica estera che per il duo Calenda-Renzi da programma deve seguire la scia di quanto tracciato dal premier Mario Draghi.

Così sull’Ucraina si trovano sul profilo social della Modestino condivisioni a raffica degli interventi di Alessandro Orsini e Donatella Di Cesare, il primo sociologo della Luiss, la seconda filosofa, entrambi tacciato di ‘filo-putinismo’ per le loro opinioni sul conflitto scatenato dalla Russia. Italia che, per la Modestino, per la decisione di inviare aiuti a Kiev “adesso è la femme de chambre di Biden”, la donna delle pulizie del presidente Usa.

Non va meglio nel giudizio su Ursula von der Leyen, la presidente tedesca della Commissione europea, modello di Calenda nella sua elezione all’importante carica (grazie all’accordo tra popolari e socialisti a Bruxelles) per un governo in Italia sul ‘modello Ursula’ per tenere fuori sovranisti e populisti. Per la Modestino la von der Leyen è una “femme de chambre”, giudizio costante per la docente, rispetto ai padri fondatori dell’Europa, mentre Emmanuel Macron “un fattorino”.

Nel mare magnum di post al veleno della candidata del ‘Terzo Polo’, c’è spazio anche per il complottismo. Protagonista ancora una volta Ursula von der Leyen: nel pubblicare un articolo online (del 28 gennaio scorso) sulle critiche alla presidente della Commissione Ue per degli sms scambiati col Ceo di Pfizer, Modestino scrive infatti che “questi rapporti tra la lady Europa e il ceo di Pfizer potrebbero cambiare molte valutazioni sui vaccini e sui loro costi” e che “con sti vaccini avete giocato sporco”.

E di complottismo è ‘vittima’ anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che per la candidata di Azione in un post del 26 febbraio, a due giorni dallo scoppiare del conflitto, “si è messo in salvo a Leolopoli(o forse all’estero) diffondendo filmati registrati giorni fa…ma come si fa a non considerarlo un nemico del suo popolo”, chiede ai suo followers.

Il 22 febbraio, alla vigilia della guerra, Modestino si lanciava invece in una previsione sulle tensioni tra Russia e Ucraina in cui evidenziava come “la storia darà ragione a Putin mentre per Francia e Germania possiamo già parlare di pasticcio diplomatico su ogni fronte”.

La pubblicazione dei primi articoli online (tra cui quello del Riformista) sulle sue posizioni hanno spinto già questa mattina la Modestino a cancellare i post ‘incriminati’. Quindi il tentativo di ‘mettere una pezza’ alla questione, col tentativo della docente candidata con Azione di giustificare le sue posizioni: Modestino si dice “convintamente atlantista e europeista”, condannando “l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin non solo come pacifista, ma perché sono convinta che sia essenziale il valore della indipendenza dei popoli e degli Stati”.

Modestino scrivere quindi di ritenere “utile alla democrazia la pluralità di pensiero ed è questo che mi consente di rispettare anche posizioni non condivise. Il pensiero unico è la morte del pensiero e di una intera società, e questo è innegabile: nella storia il pensiero unico fu di coloro che condannarono Galileo ed è la condizione per abolire non solo ogni forma di conoscenza, ma è la condizione più pericolosa per la democrazia. Questo è quello che da sempre provo ad insegnare ai mei alunni”.

Un putiferio che ha costretto lo stesso Calenda ad intervenire pubblicamente sulla candidatura scomoda della Modestino, precisando via social che “la signora in questione è stata segnalata dal territorio, è un’insegnante e giornalista impegnata nel sociale a Caserta. Errore nostro non aver verificato i post su politica estera. Me ne assumo la responsabilità. Stiamo gestendo la cosa”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia