Continua la crociata trumpiana sulla sicurezza. Dopo Washington D.C. – che ad agosto è stata militarizzata per combattere quella che è stata definita come un’emergenza criminalità, e che adesso vede centinaia di soldati per un dispiegamento che costa più di due milioni di dollari al giorno – il prossimo obiettivo sembra essere Chicago. La terza città più grande degli Stati Uniti è finita al centro del mirino trumpiano, che su Truth ha postato in termini molto netti, sostenendo che “Chicago capirà molto presto perché si chiama Dipartimento della Guerra”, in riferimento al recente cambio di nome del Dipartimento della Difesa. Una mossa inutile, che costerà miliardi di dollari senza portare nessun tipo di vantaggio militare o diplomatico agli Usa. Nel post colpisce anche un’altra frase: “I love the smell of deportations in the morning”. Citando Apocalypse Now, che nel post del presidente diventa “Chipocalypse Now”, ovviamente in riferimento alla Windy City.

Può sembrare tutto molto grottesco, e lo è, ma vanno comunque analizzati il contenuto e le implicazioni di queste parole utilizzate dall’Amministrazione. In primis, che il modello seguito a Washington di sostanziale occupazione della città verrà esportato in altre città, in particolare quelle governate dai democratici, come Chicago, ma anche New Orleans, dove il governatore repubblicano della Louisiana, Jeff Landry, vorrebbe un intervento del governo federale nonostante i democratici (che governano la città) parlino di riduzioni record del crimine.

La scommessa di Trump è chiara: spostare la narrativa sul crimine, per cui i democratici risultano essere più deboli, piuttosto che sullo stato dell’economia, complice un mercato del lavoro che in sei mesi è costantemente peggiorato. Sullo sfondo restano l’incapacità dimostrata dal presidente di poter portare a termine la guerra in Ucraina e la pessima gestione del caso Epstein, che negli scorsi giorni ha raggiunto nuovi picchi quando lo speaker della Camera, Mike Johnson, ha dichiarato pubblicamente che Donald Trump sarebbe stato coinvolto con Epstein solo in quanto informatore dell’FBI. Inoltre, il collegamento tra il takeover federale della National Guard va letto insieme al riferimento alle espulsioni di massa degli immigrati, e fa capire che lo schieramento della Guardia Nazionale è solo un pezzo della strategia, che deve essere indissolubilmente legata ai raid dell’Immigration and Customs Enforcement per arrivare all’obiettivo di 3.000 arresti al giorno, che ad oggi appare ben lontano dall’essere raggiunto.

Negli scorsi giorni un giudice federale ha dichiarato illegittimo lo schieramento della Guardia Nazionale in California dello scorso giugno, precisando che la decisione si doveva riferire esclusivamente a quel caso, che presenta però delle caratteristiche molto simili a quelle che si potrebbero vedere in Illinois. In particolare, la sentenza ha citato il Posse Comitatus Act, una legge del 1878 che vieta all’esercito di partecipare alle normali attività delle forze dell’ordine. Il governatore democratico JB Pritzker ha dichiarato di essere pronto ad affrontare la questione in tribunale non appena la Guardia Nazionale dell’Illinois dovesse finire sotto controllo federale ed entrare a Chicago.

Si preannuncia un autunno infuocato, con l’Amministrazione Trump che vorrà spingere la campagna propagandistica e mediatica contro il crimine nelle città democratiche, mentre i democratici dovranno trovare una soluzione molto complessa: ostacolare i piani dei repubblicani cercando al tempo stesso di mostrarsi “tough on crime”, per non perdere definitivamente quella fetta di elettorato che percepisce grande insicurezza nelle strade delle città americane.

Michele Luppi

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