Standing ovation interminabile
La Scala fa politica e acclama Mattarella: “Bis, bis, bis”
Alla prima della Scala, ieri sera, c’era come sempre tutto il bel mondo. Economia, cultura, arte, politica. L’establishment e tutta la grande borghesia. Una volta, tanti anni fa, il pubblico di gran lignaggio della Scala veniva contestato e vilipeso. Gli studenti lanciavano le uova sulle pellicce. Il pubblico della Scala era il vecchio, il conservatorume, la reazione. Oggi è il contrario: rappresenta il meglio della nazione, la parte sana, giusta, saggia, progressista. E così ieri è stato il pubblico della Scala a irrompere nella politica, a farsi protagonista. Quando è apparso Mattarella, tutti in piedi. Ad applaudire.
L’applauso è durato cinque minuti, che è un tempo immenso per un applauso. È il tempo della madre di tutti i trionfi . E mentre applaudivano, gridavano, come si fa all’Opera: bis, bis, bis. Chiedendo al Presidente di ripensarci, di rinunciare al gran rifiuto e di accettare una candidatura al secondo mandato per il Quirinale. Anche il direttore d’orchestra, Riccardo Chailly, si è unito all’omaggio per il Presidente, ha fatto un inchino, lo ha indicato con la bacchetta. Non sappiamo come l’abbia presa Mattarella questa gigantesca prova di affetto. Certo lui è uno dei pochi Presidenti della Repubblica, a fine mandato, al quale da molte parti si chiede il bis. Vedremo.
Intanto il pubblico della Scala, e anche Mattarella, hanno visto il Macbeth. Che è una storia tremenda e sanguinosissima di potere. Smania di potere, trame di potere, violenza per il potere. È la tragedia delle tragedie del potere. Con Macbeth, eroe sanguinario, che al potere viene spinto (e poi abbandonato) dalle streghe, cioè dai suoi sostenitori. È probabile che Mattarella, nell’ipotesi che si sia fatto influenzare dai cinque minuti di applausi, dopo aver assistito all’Opera ci abbia ripensato. Troppo pericoloso l’eccesso di potere…
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