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Lannutti a capo delle banche? Anche no
Vediamo cosa pubblica ancora oggi quel sito, linkato da Lannutti con sua introduzione, nei punti dovuti secondo questo testo aberrante e falso a Rotschild e ai 12 banchieri che avrebbe riunito per realizzare “un piano, in 25 punti“, per “dominare le ricchezze, le risorse naturali e la forza lavoro di tutto il mondo”. Per esempio: 20. L’obiettivo è il supremo governo mondiale. Sarà necessario stabilire grandi monopoli, quindi, anche la più grande fortuna dei Goyim (non ebrei) dipenderà da noi a tal punto che essi andranno a fondo insieme al credito dei dei loro governi il giorno dopo la grande bancarotta politica. 21. Usa la guerra economica. Deruba i “Goyim” delle loro proprietà terriere e delle industrie con una combinazione di alte tasse e concorrenza sleale. 22. Fai sì che il “Goyim” distrugga ognuno degli altri; così nel mondo sarà lasciato solo il proletariato, con pochi milionari devoti alla nostra causa e polizia e soldati sufficienti per proteggere i loro interessi. 23. Chiamatelo il Nuovo Ordine. Nominate un Dittatore. Qui nessuno negherà mai a nessun’altro il diritto di opinione, ma a parte la Legge che vieta la diffusione di idee discriminatorie, e a parte la querela sporta dalla Comunità ebraica di Roma nei confronti del Senatore; l’antisemitismo, come il razzismo e la discriminazione sono un crimine, non un’opinione.
Forse questo va ancora chiarito. Veramente Lannutti pensa che pubblicare senza colpo ferire, materiale palesemente antisemita e falso, che vorrebbe proprio spiegare il perché delle crisi finanziaria, con l’invenzione di un complotto ebraico, possa essere il curriculum adatto di chi dovrebbe spiegarci l’origine penale ed economica di certi accadimenti? C’è una terribile voglia di spiegazioni complottiste nel mondo, che riguarda molte questioni complesse la cui origine non si riesce sempre a comprendere. Bisogna far funzionare la testa e scavare nella verità, non nella menzogna per spiegare il mondo. Sopratutto se ci si incarica di farlo a nome di tutti gli italiani, in Parlamento.
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