La Lega prende le distanze da quell’espressione terribile – ai limiti del suprematismo razziale – con cui il ministro Francesco Lollobrigida aveva svilito il dibattito sui migranti, bollandolo come tema di “sostituzione etnica”. Uno a uno, gli esponenti del Carroccio rimarcano la differenza di stile, rivendicano un linguaggio più attento.

“Il ministro Lollobrigida ha pronunciato parole veramente brutte, ha sbagliato la forma e spesso la forma è sostanza”, dice chiaro e tondo Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato – assemblea di cui è membro il Senatore Lollobrigida – in quota Lega. Poi, intervistato, specifica che pur in presenza di parole sbagliate “non considero sbagliato il ragionamento di aiutare le coppie italiane a fare più figli”. E ci mancherebbe. Ma Lollobrigida ha detto tutt’altra cosa, provocando un immancabile putiferio.

“Ha usato un’espressione che indubbiamente si presta a delle polemiche. Noi continuiamo sempre a essere intervistati quotidianamente. Basta una parola detta non nel modo più giusto, più corretto che subito montano le polemiche”, ha chiosato il senatore Massimiliano Romeo, Capogruppo della Lega a Palazzo Madama. Dagli alleati di Forza Italia, uguali tirate d’orecchie. Alessandro Cattaneo, per esempio, chiarisce: quello usato da Lollobrigida “è un modo di dire che non uso e non utilizzerei”. Lui, punzecchiato dai colleghi di coalizione, fa orecchie da mercante.

“Presa di distanza della Lega dalle mie parole? Non mi risulta ci siano divisioni all’interno del governo. Non ho visto prese di distanze del segretario Salvini né di altri esponenti di rilievo, poi se così dovesse essere ne prenderemo atto. Se mi pento di quanto detto? Procediamo…”, ha detto tirandosi via dal microfono. Manca la voce di Giorgia Meloni, che secondo rumors attendibili attende il prossimo errore del cognato per un richiamo ufficiale che potrebbe suonare ultimativo. Ieri l’ha sollecitata anche Elly Schlein. “Lollobrigida? Mi auguro di sentire una presa di distanza netta dalla premier Meloni e dagli altri membri del governo, perché ogni giorno dicono cose di questo tipo e non sono incidenti di percorso, perché quando lo fai tutti i giorni diventa uno schema, e dovrebbero smetterla di dire bestialità di questo tipo”.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.