La convivenza con il tumore degli altri, di un parente o di un amico, è un’esperienza molto forte, coinvolgente e molto spesso dolorosa. Ti devi misurare con la spinta a voler fare materialmente qualcosa contrapposta ad un senso di impotenza. Non mi riferisco ovviamente al sostegno morale quanto alla capacità concreta di poter intervenire, agire, dare una mano. Non è facile neanche immedesimarsi, “percepire” le sensazioni che prova, non solo sul piano fisico, ma anche emotivo la persona malata di tumore. Cerchi di starle accanto, ma sei consapevole che il tuo volere ha dei limiti invalicabili. Il mio stato d’animo è stato sempre di grande vicinanza e partecipazione a una condizione che però non sono mai riuscito a non sentire estranea, da me, dal mio fisico, dalla mia vita.

È quando ti arriva la comunicazione “lei ha un tumore che ti si ribalta tutto, che improvvisamente ti trovi a fare i conti con una realtà che mai avresti pensato o che forse, semplicemente, sempre hai scansato. È un istante in cui sei travolto da mille pensieri, paure, speranze, attese, ricordi, ai quali è difficile dare un ordine, dai quali è impossibile prendersi una pausa. Per me la cosa più difficile di cui prendere atto è stata la mia vulnerabilità, accettare di convivere con il fatto che “è successo” e che quindi potrebbe succedere di nuovo, accettare il fatto mentale che sei in una condizione con la quale dovrai convivere per tutta la vita.

E la tua esistenza cambia non solo per il fatto in sé ma soprattutto perché senti una incontrollabile esigenza di rimodulare tutto della tua vita, di riorganizzarla nei modi e nei tempi in funzione di un evento che ti ha mandato a gambe all’aria sia emotivamente che fisicamente. A me tutto questo ha generato una maggiore tenacia e determinazione a vivere la vita in tutta la pienezza a maggior ragione sapendo quanto possa essere più a rischio di prima.

La prevenzione e la ricerca hanno fatto tantissimo negli anni. Quando ho letto la notizia dei vaccini che tra pochi anni potranno guarire tutta una serie di tumori mi sono entusiasmato, non tanto per me, ma per quello che potrà essere il mondo quando questo accadrà. Questo, però, ci carica anche di una grandissima responsabilità: realizzare una vera rivoluzione nel campo sanitario. La notizia di un generale allungamento della vita non può non essere accompagnata dalla qualità che va assicurata in termini di cure e assistenza alle persone. Questa è la vera sfida davanti a noi e, forse, questa più di altre dovrebbe essere una riforma da affrontare tutti insieme, maggioranza e opposizione. Riorganizzare e investire sulla sanità e in particolare sulla ricerca, sulla prevenzione e sull’assistenza.