L'emergenza economica
Manager e capitani d’impresa, con loro ci riprenderemo
Non avremmo mai potuto immaginare quel che stiamo vivendo. I recinti attorno alle nostre libertà fondamentali, le angosce, i lutti. Il sacrificio, perfino estremo, di medici e infermieri. Quello generoso di chi ha continuato e continua a garantire i servizi pubblici essenziali, al di là del dovere. Ora che ci troviamo di fronte alla più grave crisi economica e sociale del secondo dopoguerra, adesso che il cielo sembra caderci addosso con tutto il suo peso, la voglia di guardare oltre l’orizzonte ci spinge a immaginare nuovi scenari. Nonostante il dramma, è tempo di visioni. Non già per pensare ad una semplice ripartenza. Ma a un nuovo “rinascimento” italiano, che trasformi la tragedia in atto nella più grande opportunità.
Occorre ripartire da un senso di comunità, di condivisione, se vogliamo rimettere in moto il Paese. Serve coraggio per essere ambiziosi nel momento più buio. A questo siamo chiamati, tutti insieme. A portare l’Italia fuori dall’emergenza sanitaria e al contempo a guardare oltre, per ripensare il futuro. La Fondazione Guido Carli ha deciso di mettere al servizio della crescita le proprie risorse, le proprie competenze e il meglio dei talenti, del management e dell’imprenditoria italiana. Siamo consapevoli delle difficoltà. L’uscita dall’emergenza sarà complicata. Molti saranno gli elementi di incertezza. Anche perché l’Italia deve fare i conti con nodi irrisolti da decenni. L’arretratezza di intere aree del Paese, la chiusura del mercato del lavoro ai giovani, ataviche diseguaglianze a discapito delle donne. Per non dire della scarsa capacità di spendere le risorse che abbiamo. Quel 37 per cento appena di fondi Ue che siamo riusciti ad utilizzare tra il 2014 e il 2020 non è il miglior viatico per affrontare la salita che ci aspetta.
Da soli non ne verremo fuori, non potremo affrontare il “dopoguerra” che ci attende. Lo faremo con un grande spirito patriottico, di solidarietà nazionale. Ma anche con l’aiuto dell’Europa. Di un’Europa, si spera, assai diversa da quella che aveva immaginato e contribuito a costruire l’economista e padre della moneta unica, Guido Carli, mio nonno. Un’Europa dalla parte degli ultimi, dei più deboli e dei più indifesi. Ci troviamo invece di fronte a istituzioni che hanno fallito nelle politiche dell’austerità di questi anni. Con conseguenze disastrose sulla crescita, sulla produttività, sull’occupazione. Anche e soprattutto in Italia, Paese che ha trascurato gli investimenti, la formazione, la ricerca. E gravata più di altri da un debito pubblico senza eguali. Adesso abbiamo di fronte la grande scommessa del Recovery fund, sebbene lo slittamento dei tempi di utilizzo dei 209 miliardi promessi dalla primavera all’estate prossima non sia di buon auspicio. È semmai la conferma che prima di allora dovremo costruire da soli il nostro futuro. Per farlo, non basteranno i finanziamenti a pioggia, bisognerà lavorare alla crescita e alla produttività con le nostre forze. Consapevoli che la ripresa ci sarà, ma sarà lenta e faticosa. Per renderla più solida servirà l’impegno delle menti eccelse e dei migliori talenti italiani. Il decisore politico, da solo, non basta. Il pubblico avrà un ruolo essenziale. Ma il privato ne avrà uno altrettanto delicato. Le imprese saranno protagoniste del cambiamento.
La Fondazione Guido Carli è su questo capitale che vuole investire, scendendo in campo come mai fatto finora per rimettere in piedi l’Italia con l’aiuto dei più grandi manager e capitani d’impresa del nostro Paese. Nasce da questa esigenza la convention che si terrà il 4 dicembre a Roma, alle 17, presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica. Con molta probabilità, date le esigenze di sicurezza, in diretta streaming. Un’occasione questa per dare ancora maggiore visibilità agli uomini di ingegno, protagonisti del dibattito: il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, Ornella Barra, Co-chief operating officer di Walgreeens Boots Alliance, Aldo Bisio, ad di Vodafone Italia, Urbano Cairo, presidente di Cairo Editore, Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, Brunello Cucinelli presidente dell’omonima azienda, Giampiero Massolo, presidente di Fincantieri, Carlo Messina, ad di Intesa Sanpaolo, Fabrizio Palermo, ad di Cassa depositi e prestiti, Francesco Starace, ad e direttore generale di Enel. Con loro, apriremo una riflessione sul superamento della fase di emergenza. Si metterà al lavoro un’equipe straordinaria, in grado di dare al governo un supporto esterno, scevro da condizionamenti e fatto di appunti e anche – ove necessario – di costruttive osservazioni. In ogni caso, a dicembre partirà il cantiere per un’Italia nuova. La “Ri-nascita” del nostro Paese è già iniziata.
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