Il campione
Marcell Jacobs demotivato: “Non sento più il richiamo della pista. Ho perso la scintilla e sono preoccupato”
Deluso e demotivato. Marcell Jacobs non nasconde i suoi sentimenti in un’intervista rilasciata oggi a La Stampa, raccontando in modo diretto un distacco dalla pista d’atletica dopo i mondiali di Tokyo della scorsa estate: “Se sento il richiamo del campo? No, zero, e questo mi preoccupa. Sono ancora in una fase di riflessione, ho smaltito la delusione sportiva, ma sono successe tante cose che mi hanno fatto perdere la scintilla. Mi manca il primo passo, la voglia di scendere in pista”.
Jacobs declassato dalla Federazione
E poi c’è il rapporto con la Federazione. Jacbos è stato ‘declassato’: da atleta top ad atleta di punta: “Vuol dire che non hanno interesse per me, ne prendo atto. Mi hanno presentato nuovi parametri. Li rispetto, poi scopro che per altri, a parità di condizioni, è andata diversamente e mi sento preso in giro. A gennaio, colpa mia, non avevo l’abilitazione sportiva e la federazione voleva mandare a tutti i costi un tecnico qui. Avevo bisogno di un medico e loro cercavano di controllarmi. Non il massimo”. E qui la frecciatina al Presidente Mei: “Tamberi sa mantenere i rapporti con le persone, cosa che piace, ed è rimasto nell’élite. Io ho un altro carattere”.
Jacobs e la difficoltà ad allenarsi, resta in Florida
La prossima estate c’è l’Europeo, ma scegliere cosa fare non è una decisione facile da prendere, anche perché un ex Oro Olimpico ha anche contratti da rispettare: “La moneta da sola non è una motivazione”. Jacobs resterà in Florida, dove i suoi figli hanno preso la cittadinanza e vivono “soddisfatti e sereni”, sa che se riprende non può commettere errori dal punto di vista sportivo: “Ho fatto un discorso molto chiaro al mio allenatore Rana Reider. Se ricomincio mi servono garanzie, voglio che sia più presente, non come in passato, quando si è trattenuto in Cina. Se Reider è presente per me è l’ideale. C’è stato un periodo in cui mi stavo riprendendo dai guai fisici, ma mi sono accorto di dettagli non curati, del tempo perso, degli intoppi con il fisioterapista”.
Il caso spionaggio e il rapporto con Tortu
Infine, un passaggio sulla vicenda spionaggio, che ha visto coinvolto il fratello di Filippo Tortu, colpevole di aver pagato per “frugare negli affari di Jacobs”, convinto di trovare tracce di doping. “Filippo mi ha chiamato quando è uscita la notizia – ricorda Marcell – e ci è voluto coraggio. Siamo andati avanti. Mi danno un fastidio indicibile i commenti del tipo ‘per arrivare lì deve aver preso qualcosa di strano’. È solo ignoranza”.
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