Da Odessa alla piazza rossa di Mosca. Massimo Giletti ci riprova e dopo la diretta e le polemiche (degli influencer) dalla città del sud dell’Ucraina di qualche settimana fa, domenica prossima 5 giugno, è pronto a trasmettere “Non è l’Arena” direttamente dalla capitale della Russia. Da tempo il conduttore televisivo ci sta lavorando insieme al suo staff che avverte tutti: “Le polemiche sono il suo pane quotidiano”.

Nel suo programma Giletti è a lavoro per ospitare Marija Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri Sergej Lavrov. Alla programma di La7 sono stati invitati Antonio Gramsci, musicista che vive a Mosca, nipote diretto del teorico del Partito comunista italiano (si è recentemente definito “un moderato sostenitore di Putin”) e un parterre di industriali italiani in rapporti commerciali con la Russia.

A Repubblica Rachele Fontanesi, produttrice esecutiva del programma, spiega: “Giletti vuole fare questa puntata e tutto è pronto, ma siamo ancora in alto mare con gli ospiti. Abbiamo fatto un lungo lavoro dall’Italia, ma la mancanza di un riferimento diretto a Mosca non aiuta. Gli imprenditori italiani, poi, temono contraccolpi negativi. La trasmissione è pensata sulla Piazza Rossa, ma non in esterna. Noi, certo, vorremmo il conduttore a Mosca, ma eviteremmo volentieri una situazione in cui si trovasse da solo in trasferta e con gli ospiti da intervistare tutti nello studio romano. Sarebbe surreale”.

Nella mattinata di oggi, venerdì 3 giugno, “scioglieremo ogni dubbio“. Alla domanda se Giletti è consapevole che un’altra trasmissione televisiva italiana con il governo russo come interlocutore diretto sarebbe fonte di polemiche intense, così come accaduto a Mediaset dopo l’intervista al ministro Lavrov, la produttrice dice: “Certo, è il suo pane quotidiano”.

La7 anche lo scorso marzo difese Giletti dopo gli attacchi successivi alla diretta di Odessa e relativi a una presunta “spettacolarizzazione della guerra”. In quella occasione l’emittente di Urbano Cairo commentò: “Lui, videomaker, operatori e tecnici hanno lavorato al meglio e in una situazione di grande rischio per offrire al pubblico un racconto inedito e originale. Le critiche che ha ricevuto sono del tutto ingenerose, l’oggettività di quanto è stato fatto è un dato incontrovertibile che il pubblico ha riconosciuto e apprezzato”.

“Credo che se vuoi parlare di guerra devi vedere” spiegò Giletti nel corso del suo collegamento di domenica 20 marzo, avvenuto pochi minuti prima che iniziasse il coprifuoco.

 

 

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