Onorevole Anzaldi, intervistato da “Libero” Massimo Giletti parla di “censura di Stato” per Bianca Berlinguer. Che ne pensa?
“Giletti mi è sembrato un po’ contraddittorio: dice di voler difendere Bianca Berlinguer, ma in realtà con la sua intervista mi pare che affossi sia la conduttrice sia la Rai. Quando sostiene che Berlinguer ha un partito dietro e fa i nomi di Salvini, Meloni e M5s scattati a difenderla, Giletti fa capire che la conduttrice di CartaBianca sia ampiamente tutelata da una certa parte politica grazie alla quale in questi anni ha potuto essere l’unico talk show di prima serata del servizio pubblico. Non mi pare un gran complimento, anzi mi sembra la negazione della correttezza dell’informazione e della tutela del pluralismo che il Contratto di Servizio impone alla Rai.

Quindi secondo lei non c’è alcuna operazione di censura?
“Né il Copasir né la Vigilanza Rai hanno alcun potere di censurare nessuno, anzi le risoluzioni della Vigilanza in questi anni sono state sempre puntualmente disattese dalla Rai, basti pensare a quella sui conflitti di interessi degli agenti. Al Copasir è stato semplicemente posto un quesito: è credibile che ci siano giornalisti russi, invitati nelle trasmissioni italiane, incaricati di fatto dal Cremlino di portare avanti operazioni di propaganda? È credibile che ci possa essere un ruolo attivo dell’Ambasciata russa nello smistare gli ospiti? C’è il rischio che la tv italiana diventi uno strumento di propaganda russa nel pieno dell’invasione in Ucraina? Altro che censura. E lo stesso vale per la Vigilanza, che fa il suo lavoro in base ai regolamenti parlamentari. Per il resto Giletti tira acqua al suo mulino e boccia l’informazione Rai su tutta la linea”.

A cosa si riferisce?
“Quando Giletti dice che il canone andrebbe dato a La7 perché la Rai non fa più informazione, a differenza della tv commerciale, ha ragione. Così come quando ammette che tutte le nomine dei direttori in Rai sono politiche, oppure che l’informazione, a partire dai talk show, non andrebbe assegnata a personaggi improvvisati. Dopodiché, questa levata di scudi dei conduttori della tv privata contro la commissione di Vigilanza e il Copasir, penso anche a Formigli e a Porro, mi fa venire un sospetto”.

Di che sospetto parla?
“La risoluzione sugli opinionisti che la commissione di Vigilanza voterà domani non riguarda la tv commerciale, ma solo la Rai, e chiede al servizio pubblico di garantire rotazione dei commentatori, gratuità delle ospitate per evitare il mercato delle opinioni, competenza per gli argomenti trattati. Poche indicazioni basilari che dovrebbero essere la norma, ma che la Rai da alcuni anni ha smesso di seguire. Ma allora perché a protestare sono i conduttori dei talk privati? Forse hanno paura che si inneschi un effetto domino? Se si smette di pagare gli ospiti e si fa in modo che la discussione su temi delicati come la guerra o la pandemia sia fatta in nome delle proprie idee, e non in nome della parte assegnata da un copione, tutta l’informazione dovrebbe guadagnarne. O forse alcuni conduttori hanno paura che la Rai torni ad essere davvero autorevole tornando la prima fonte di informazione per gli italiani, come era ad esempio fino a qualche anno fa? Davvero la Rai ha bisogno di pagare per far venire un commentatore in studio?”.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.