Dopo le polemiche, i fatti. In Commissione di Vigilanza Rai si discuteva ormai da diversi giorni sulla possibilità di intervenire sui talk show ‘pollaio’ della tv di stato che, anziché fare informazione sulla guerra in Ucraina, spesso sembrano puntare su commentatori controversi, chiamati appositamente per alimentare lo scontro. E così il presidente Alberto Barachini ha inviato a tutti i componenti della bicamerale di controllo una “proposta di risoluzione sulla presenza di commentatori e opinionisti all’interno dei programmi Rai“, scrive Repubblica. Ossia un ‘regolamento’ in cinque punti, da trasformare in una mozione unitaria votata dai gruppi parlamentari, con il chiaro obiettivo di promuovere la giusta ‘raffigurazione dei fatti’, bloccando spettacolarizzazioni e dibattiti urlati.

Un provvedimento arrivato dopo la bufera che ha coinvolto il professore di Sociologia del Terrorismo Internazionale alla Luiss di Roma Alessandro Orsini, ritenuto filo-putiniano, ospite (a pagamento) della trasmissione Cartabianca, condotta da Bianca Berlinguer su RaiTre.

La proposta

Primo punto della risoluzione elaborata dalla Commissione di vigilanza Rai: ospitare in trasmissione “solo persone di comprovata competenza e autorevolezza“. Un modo per mettere un freno agli ospiti ‘tuttologi’ chiamati con il solo fine di ottenere qualche punto in più di share.

Secondo punto: deve essere inserita una “rotazione delle presenze“, in modo da promuovere “la pluralità delle voci”, così da evitare che la trasmissione sia popolata sempre dagli stessi ‘amici’ del conduttore.

Terzo:  “Privilegiare” le ospitate a titolo gratuito, ossia senza nessun compenso. Quarta ‘regola’, fondamentale: evitare “la rappresentazione teatrale degli opposti e delle contraddizioni” per andare alla ricerca della spettacolarizzazione a tutti i costi e quindi dell’audience.

Quinto e ultimo punto: garantire la veridicità delle notizie nonché delle fonti, contrastando le fake news e puntando “ad assicurare l’equilibrio corretto delle posizioni esposte”.

Il fine di questo ‘regolamento’, con ‘l’invito’ a seguirlo, è riuscire a garantire, anche grazie alla selezione di ospiti e opinionisti, una raffigurazione fedele dei fatti: soprattutto se si parla di una guerra come quella che sta sconvolgendo l’Ucraina. Anche per ‘marcare la differenza’ del servizio pubblico rispetto ai canali commerciali.

Il caso Orsini

 “Il talk è un modello da ripensare se cerca solo l’effettaccio per aumentare mezzo punto di share” ha dichiarato il direttore della terza rete Franco Di Mare all’indomani delle ultime esternazioni di Alessandro Orsini sulla guerra in Ucraina dal salotto di Cartabianca. Una visione quindi condivisa dalla vigilanza Rai.

Il docente della Luiss ha infatti partecipato alla trasmissione martedì 5 aprile nonostante la Rai ne avesse bloccato il compenso. Preferisco che i bambini vivano in una dittatura piuttosto che muoiano sotto le bombe in una democrazia” ha affermato Orsini. “Per quanto sia innamorato della civiltà liberale e abbia sempre promosso i valori del liberalismo, per me la vita umana, la vita dei bambini, è più importante della democrazia e della libertà, anche perché un bambino anche in una dittatura può essere felice, perché un bambino può vivere dell’amore della famiglia.” Parole definite da Di Mare “riprovevoli, assolutamente incondivisibili, di cui il professor Orsini si assume naturalmente la responsabilità”.

La giornalista Bianca Berlinguer, in un’intervista al Corriere in merito alle polemiche che hanno travolto il suo talk show, ha invece un parere diverso sulla questione: “Ritengo che un dibattito pluralista debba dare spazio a tutte le opinioni, cosa che fanno o che almeno dovrebbero fare tutti i programmi televisivi di informazione” ha sottolineato.

Bianca Berlinguer: “Orsini ha il diritto di far conoscere la sua opinione?”

Intervistata da Maria Teresa Meli per il Corriere della Sera, Bianca Berlinguer ha difeso la possibilità di ospitare Orsini nella trasmissione da lei condotta. “D’altra parte, se do la possibilità a qualcuno di esporre liberamente le proprie idee, questo non significa certo che le debba condividere. Ma mi chiedo: Orsini ha il diritto di far conoscere la sua opinione oppure no, tenuto conto che nessuno mette in dubbio la sua competenza di studioso?” ha dichiarato. 

Sul direttore Franco di Mare ha detto che non lo sente “neanche per telefono da un anno e mezzo” ossia dal giorno in cui hanno litigato per via della cacciata di Mauro Corona, e di aver appreso la sua opinione dalle agenzie di stampa.

E alla domanda in merito ai talk show italiani, che al contrario di quelli di altri paesi europei sembrano ‘troppo attaccati allo share’, la Berlinguer ha risposto: “Lo share non è necessariamente un elemento negativo. Dopodiché, io non sono una che pur di fare ascolto è disponibile ad accettare qualunque cosa. Semplicemente, come ho fatto anche nel periodo della pandemia, cerco di dare spazio a tutte le opinioni, naturalmente selezionandole in base alla competenza che esprimono. Io non credo, e questo lo pensavo anche da direttore del Tg3, al giornalismo obiettivo: in qualche modo il giornalista condiziona sempre il racconto che fa.” Per poi aggiungere: “Dirò di più: proprio in quanto servizio pubblico, la Rai è tenuta a rappresentare posizioni diverse.”

 

Roberta Davi

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