Cade un’altra testa nella guerra che l’intellighenzia e il giornalismo italiani stanno portando avanti contro chiunque non la pensi sulla guerra in Ucraina come l’establishment. La Rai ha bloccato il contratto che Alessandro Orsini aveva ottenuto con Cartabianca. Ma più che la sua di testa cade la faccia di chi in questi anni (e più che mai in questi giorni) ci aveva fatto credere di essere a favore della libertà e contro la censura. Non ci crediamo più.

Se non la pensi come loro, sei fuori: devi essere o deriso o umiliato o osteggiato. Dicono che il problema fossero le 2000 euro a puntata che avrebbe ricevuto da contratto ma il fastidio sono evidentemente le posizioni di Orsini, ormai tacciato senza distinguo di essere filo Putin. È l’accusa che viene mossa anche nei confronti di chiunque si dica pacifista, di chi sia contro l’uso delle armi, di chi segua le parole e il messaggio di papa Francesco.

Non si tratta qui di difendere le cose dette dal professore che soprattutto sui migranti ha posizioni che questo giornale ha sempre fortemente contrastato e sempre contrasterà. Vogliamo difendere un principio: quello del pluralismo, della libertà d’espressione contro questa militarizzazione del dibattito: o sei con noi o sei a favore del nostro nemico. In Rai ne succedono di tutti i colori. Da anni. Anche sul piano dei costi e dei soldi spesi. Ma guarda caso il contratto viene sciolto a chi sostiene tesi che danno fastidio. Comprensibile la rabbia di Berlinguer che considera minata la propria autonomia di autrice.

Orsini ha fatto sapere che è disponibile ad andare a titolo gratuito. Glielo permetteranno? Resta il pesante tentativo di intimidirlo, di zittirlo. Massimo Gramellini nella sua rubrica sul Corriere ha addirittura, parlando di lui, usato la parola “schifo”. Mi rivolgo allora alle tante persone che pur non condividendo le parole del professore si dicono amanti della libertà, a partire dagli amici e le amiche del Pd che hanno protestato vivamente per il suo contratto Rai.

Ma davvero pensate che questa sia la strada? Che zittire qualcuno possa contribuire a rendere migliore l’informazione e il dibattito? Se siete convinti delle vostre posizioni non dovete avere paura di uno che dissente. Avete tutti gli strumenti e lo spazio pubblico per contrastare quello che dice. Siete tanti, lui è solo. Un giorno, speriamo presto, finita la guerra, ci resterà da gestire anche questa limitazione pesante del pluralismo. La prossima volta non sarà la guerra in Ucraina o l’invio delle armi a Kiev. Sarà forse un’altra questione, ma chi dà fastidio verrà silenziato. E quel qualcuno potreste essere voi.

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