A Carabianca scopriamo che il nonno di Alessandro Orsini “ha avuto un’infanzia felice durante il fascismo” e che le donne ucraine che si trovano a Mariupol, assediata da settimane dai russi e quasi del tutto conquistata, scrivono al professore della Luiss per chiedergli di fermare la guerra e fermare l’invio di armi a Kiev. Guerra che la “Russia, piuttosto che perdere, lancerà bombe atomiche” così “rischiamo un’ecatombe”. Nuove polemiche dopo l’ennesima performance di Orsini nella trasmissione condotta su Rai tre da Bianca Berlinguer. Le parole del professore e collaboratore de Il Fatto Quotidiano hanno suscitato indignazione sui social e sui media, scatenando anche la reazione della vigilanza Rai che da tempo segnala “lo spettacolo teatrale dell’opinionista” con l’obiettivo di ottenere un “mezzo punto di share” in più.

Raggiunto dal Riformista, Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, sottolinea le parole “populiste, da ultimo della classe” di Orsini che da settimane è ospite fisso a Cartabianca dove l’unico assente è un vero e sano contraddittorio.

Onorevole Anzaldi, cosa l’ha turbata delle dichiarazioni del professor Orsini a Cartabianca sul fascismo?
“Mi sembra che prima di tutti siano stati turbati i telespettatori, che hanno protestato sui social, e poi la stampa che ha ripreso quelle parole indegne sul fascismo, io sono intervenuto dopo. È evidente che il messaggio che passa dalle parole di Orsini è un’esaltazione, una normalizzazione del regime fascista, un messaggio inaccettabile su una rete pubblica, a maggior ragione a poche ore dalla celebrazione del 25 aprile. Il fascismo è stato un regime dittatoriale che ha privato della libertà tutti gli italiani, che ha perseguitato ebrei, comunisti, socialisti, omosessuali, che ha avallato e condiviso la Shoah di Hitler. È inaccettabile che si possa sentirne parlare in quei termini. Siamo passati dalla Rai di Enzo Biagi in prima serata e dei film come ‘Una giornata particolare’ di Scola, che informavano e ricordavano agli italiani cosa avesse rappresentato il fascismo, alla prima serata di Rai3 che spiega quanto si vivesse bene sotto Mussolini”.

Crede che Orsini sia stato sprovveduto?
“Non so se Orsini si sia reso conto dell’inaccettabile messaggio che ha trasmesso, ma è la conseguenza di una precisa scelta editoriale della trasmissione: dare uno spazio enorme e senza contrappesi ad un opinionista fino a qualche settimana fa sconosciuto, che la conduttrice avrebbe addirittura voluto retribuire. Perché è stato scelto proprio Orsini? Perché non c’è una rotazione degli opinionisti, come propone la commissione di Vigilanza? Se Orsini l’ha fatto di proposito, lo scenario che si apre è gravissimo, ovvero apologia di fascismo. Se l’ha fatto senza rendersene conto, conferma la sua inadeguatezza. Spettacolarizzare a fini di audience una tematica delicata come la guerra porta a queste conseguenze, sono incomprensibili le ragioni che spingono il servizio pubblico ad avallare una simile tv. Tra l’altro non c’è solo fascismo, da attacchi all’Unione Europea, al Governo italiano, al presidente Draghi: un opinionista chiamato in qualità di esperto dovrebbe dare elementi per riflettere o dovrebbe fare propaganda politica? Attendiamo una risposta anche dall’Agcom, di cui si sono perse le tracce da mesi”.

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.