Quello di Sergei Lavrov, ministro degli esteri russo, intervenuto esclusiva (in Europa) a Zona Bianca su Rete 4 “è stato un comizio” ma in Italia “c’è libertà di espressione” e questo “permette di esprimere le proprie opinioni liberamente, anche quando sono palesemente false, aberranti“. E’ il commento del premier Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa sul decreto aiuti approvato in serata dal Consiglio dei Ministri, sull’intervista di oltre 40 minuti andata in scena domenica sera sulle reti Mediaset.

“La Tv trasmette liberamente. Si parla di intervista ma è stata è stata un comizio” sottolinea Draghi. “La domanda che ci dobbiamo porre è: si deve accettare di invitare una persona che chiede di essere intervistata senza contraddittorio e non un minuto-due? Non è granché professionalmente e fa venire in mente strane idee” ha bacchettato il premier.

Poi ribadisce il concetto di libertà di espressione: “Prima di tutto parliamo di un Paese dove c’è libertà di espressione, e il ministro Lavrov appartiene a Paese dove non c’è libertà espressione. In Italia c’è libertà di esprimere le opinioni, anche quando sono palesemente false e aberranti. Quello che ha detto Lavrov è aberrante. E per quanto riguarda la parte riferita a Hitler, è davvero oscena“.

Sul conflitto in corso in Ucraina da oltre due mesi, ha aggiunto: “Nessuno di noi vuole la guerra, nessuno vuole un’escalation, questo è quello che dirò” al presidente Usa “Joe Biden. Ma nessuno di noi vuole abbandonare l’Ucraina”.

“Sulla questione se queste posizioni indeboliscono o meno” la posizione dell’Italia, “il nostro paese è un paese democratico e quindi è normale avere una varietà di posizioni. Però la posizioni italiana sulla politica estera, sulle guerra in Ucraina e la lealtà agli alleati non è in discussione”.  Poi ha aggiunto: “Ora c’è un decreto interministeriale che prevede l’invio di altre armi” nonostante le posizioni contrarie di Lega e Movimento 5 Stelle. A tal proposito Draghi ha letto un passaggio del discorso di insediamento alle Camere e ha ribadito che l’Italia agisce in “difesa dei valori della Ue e dell’Alleanza Atlantica“.

Poi ribadisce: “Quel che ho sempre detto è che cerchiamo la pace, l’ho detto anche nella telefonata con Putin, quindi non abbiamo bisogno di riposizionare l’Italia, non c’è appiattimento, non c’è differenza tra le posizioni di Francia e Germania circa l’invio d’armi” a Kiev che sono state “inviate da tutti i partner. Non c’è un grand bisogno di riposizione niente. La nostra appartenenza alla sicurezza atlantica è scontata. Nessuno di noi vuole la guerra, un’escalation, questo è quello che dirò al presidente Biden, ma nessuno di noi vuole abbandonare l’Ucraina. Se l’Ucraina non riesce a difendersi avremo non una pace ma una sottomissione, la schiavitù di un paese democratico, di un paese sovrano” e “non credo sia questo che vuole nessuno in Italia”, sottolinea Draghi.

Redazione

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