Il parallelo con Zelensky e gli ebrei che possono essere "i peggiori antisemiti"
“Hitler era ebreo”, la storia della fake news rilanciata da Lavrov: è caso diplomatico Israele-Russia
Sergej Lavrov che ha paragonato Hitler a Zelensky, entrambi ebrei a suo dire, parole in diretta su Rete 4 che hanno scatenato un caso diplomatico con Israele, e che hanno tirato fuori dal cassetto l’antica e smentita voce di Adolf Hitler di origini ebraiche. “Il fatto che Zelensky sia ebreo non comporta che in Ucraina ci siano elementi nazisti, e che il presidente li abbia consentiti. I peggiori antisemiti sono ebrei, anche Hitler aveva origini ebraiche”, ha dichiarato il ministro degli Esteri russo difendendo la sua “operazione speciale” di “smilitarizzazione” e “denazificazione” dell’Ucraina.
Le affermazioni sono false. Come accennato già smentite dagli storici. Ha dichiarato all’Agi Amedeo Osti Guerrazzi, esperto di Shoah, che quelle esternazioni “si nutrono di leggende metropolitane e di complottismi nati in ambienti neonazisti e negazionisti tesi a dimostrare che ammesso che ci sia stata un Olocausto la colpa è da ricondurre agli ebrei, trasformandoli quindi da vittime in carnefici”. La teoria, e qui i sfocia nell’assurdo, è rilanciata soprattutto da account neonazisti e neofascisti.
La tesi della leggenda è tratta, come ricostruito su Il Domani da Matteo Muzio, dal memoriale di Hans Frank, scritto durante il processo di Norimberga, Di fronte al patibolo. Avvocato, aveva aderito al Partito Nazista quando ancora si chiamava dei Lavoratori tedeschi nel 1919, a 24 anni era diventato capo dei consulenti legali di Hitler e nel 1939 capo di una porzione di territorio occupato dai tedeschi in Polonia chiamato “Governatorato Generale”.
Frank partecipò all’assoggettamento della Polonia con la creazione del ghetto, campi di concentramento, la ricostruzione di Varsavia rinominata in tedesco Varschau. Venne catturato nel maggio 1945. A processo disse di non essere al corrente dello sterminio degli ebrei, anche se smentito dai documenti ufficiali. “Signori, devo chiedervi di liberarvi di ogni sentimento di pietà. Dobbiamo annichilire gli ebrei ovunque li troviamo e ogni volta che possiamo”, aveva detto ai suoi collaboratori nel dicembre 1941.
Arrivando al punto della questione Lavrov: Franck scrisse nelle sue memorie che un nipote di Hitler, il britannico William Patrick Hitler nel 1930 – e quindi dopo la scrittura e la pubblicazione del libro-manifesto Mein Kampf – ricattò il futuro Fuhrer minacciando di rivelare le sue origini ebree. Il nipote britannico parlava di una relazione extraconiugale, intorno agli anni ’30 dell’Ottocento, della nonna Maria Anna Schicklgruber con Leopold Frankenberger dal quale sarebbe nato Alois Hitler. La donna lavorava presso l’uomo d’affari ebreo come cuoca a Graz, in Austria.
Il padre di Hitler sarebbe stato quindi secondo questa specie di pettegolezzo di origini ebree. La ricostruzione è stata più volte smentita. Non ultimo dal biografo del dittatore Ian Kershaw. Dalla Stiria, inoltre, gli ebrei erano stati cacciati nel XV secolo e sarebbero tornati solo nel 1860. Il figlio di Frank, Niklas Frank, in un saggio dedicato al padre scrisse che quelle teorie avevano il doppio obiettivo di auto-scagionarsi e di fingere un pentimento tramite una ricostruzione accattivante. Troppo remote infine le presunte ascendenze riportate dallo studio belga che nel 2010 rintracciò nel dna di una trentina di parenti del Fuhrer tracce di dna nordafricano ed ebree ashkenazite. Tracce non ravvisabili con fonti archivistiche.
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