Nessuna parola su migranti, Ong e il nuovo decreto del governo Meloni che mira a restringere le libertà delle organizzazioni non governative. Nel suo discorso di fine anno, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dimentica o sorvola una dei temi più caldi del nuovo esecutivo di destra che nei mesi scorsi ha provocato tensioni anche con la Francia.

Mattarella si limita a parlare di “fenomeni migratori” quando elenca le “difficoltà del governare. Riconoscere la complessità, esercitare la responsabilità delle scelte, confrontarsi con i limiti imposti da una realtà sempre più caratterizzata da fenomeni globali: dalla pandemia alla guerra, dalla crisi energetica a quella alimentare, dai cambiamenti climatici ai fenomeni migratori”.

Poi torna a parlare di Africa nello scenario delle nuove “sfide globali“, a partire dalla transizione energetica. “Ed è in questo scenario, per larghi verso inedito, che misuriamo il valore e l’attualità delle nostre scelte strategiche: l’Europa, la scelta occidentale, le nostre alleanze. La nostra primaria responsabilità nell’area che definiamo Mediterraneo allargato. Il nostro rapporto privilegiato con l’Africa. Dobbiamo stare dentro il nostro tempo, non in quello passato, con intelligenza e passione. Per farlo dobbiamo cambiare lo sguardo con cui interpretiamo la realtà. Dobbiamo imparare a leggere il presente con gli occhi di domani”.

Insomma nessun intervento diretto su una questione, come quella relativa all’accoglienza dei migranti, che per la premier Giorgia Meloni e il vicepremier Matteo Salvini è diventata quasi prioritaria. Una guerra senza senso contro le Ong che ha visto nei giorni scorsi un summit a Tripoli tra i ministeri degli Interni italiano e libico per studiare strategie di gestione del fenomeno migratorio.

Mattarella nel suo discorso parla di guerra e giustifica gli aiuti economici e militari per consentire all’Ucraina di lottare per la sua libertà. Parla del senso civico di pagare le tasse, della Costituzione come bussola, della fenomeno sempre più crescente della disoccupazione e della precarietà, soprattutto tra i giovani. Invita quest’ultimi a guidare con maggiore responsabilità per evitare nuove stragi sulle strade. Sottolinea “la veloce nascita del nuovo governo, guidato, per la prima volta, da una donna”, “una novità di grande significato sociale e culturale, che era da tempo matura nel nostro Paese, oggi divenuta realtà”. Ma nessuna parola per le stragi nel Mediterraneo.

Un assist indiretto al governo Meloni che, poco dopo il discorso di Mattarella, esprime al presidente della Repubblica “gratitudine per l’incoraggiamento a governare con la responsabilità che la difficoltà del momento esige, dopo le elezioni politiche che per la prima volta vedono una donna alla guida del Governo”.

“Nella comune forte preoccupazione per il conflitto in Ucraina, il presidente Meloni ha condiviso le parole del Capo dello Stato sulle gravi violazioni della libertà che si consumano in varie aree del mondo e sulla necessità di concordia istituzionale nell’interesse dei giovani, delle donne, di chi lavora e guarda al futuro con fiducia. Ha quindi manifestato al Presidente Mattarella l’augurio più sincero per la prosecuzione del suo alto mandato”, conclude la nota.

 

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.