È una delle promesse elettorali mantenute. Se nella pur contrastata legge di bilancio, giovedì in dirittura d’arrivo al Senato, si è potuto realizzare poco e niente dei proclami fatti in campagna elettorale, il governo di destra-centro si rifà con il pugno duro sul tema dei migranti. Ieri il tavolo dei ministeri coinvolti era al lavoro per perfezionare il decreto legge sulla sicurezza che in tempi brevi, addirittura già oggi, al massimo la prossima settimana, potrebbe essere approvato dal governo.

Si parla di Ong, minori e femminicidi. La stretta sulle organizzazioni non governative che praticano il soccorso in mare prevede una serie pesanti di restrizioni. Le barche dei volontari non potranno fare più di un soccorso alla volta, non potranno fare il trasbordo di passeggeri da una imbarcazione all’altra e dovranno recarsi non al porto più vicino ma a quello indicato dalle autorità. Se non dovessero rispettare quello che il ministro dell’Interno definisce “codice di comportamento” verranno multate fino al sequestro della nave. I costi aumenteranno all’inverosimile e non tutte le associazioni saranno in grado di fare fronte alle richieste del governo italiano.

Appena il decreto verrà approvato, per chi salva vite umane sarà sempre più difficile poter operare nel Mediterraneo e sarà sempre più alto il numero dei morti che dovremo contare. Papa Francesco lo aveva già definito un cimitero. “Non consentiremo – ha detto Piantedosi alle Ong di stare molti giorni in mare”. Questo significa più croci, più vittime, più migranti che non ce la fanno. Pugno duro anche nei confronti dei minori che delinquono e contro gli uomini violenti. La ricetta è sempre la stessa: la repressione.

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