“Come l’Italia rivendica da tempo: noi, da soli, non possiamo gestire un flusso che ha assunto dimensioni ormai ingestibili. Ci vuole più Europa sul fronte sud, da soli non possiamo gestire un flusso con dimensioni ormai ingestibili. Occorre che l’Europa realizzi con urgenza un quadro di cooperazione multilaterale, con un incisivo contrasto ai flussi illegali. Tassello indispensabile è l’europeizzazione nella gestione dei rimpatri“, lo ha detto la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nell’intervento di chiusura dell’ottava edizione dei Med-Dialogues 2022 a Roma. L’intervento è stato un appello alla cooperazione per gestire i flussi migratori dopo la questione degli arrivi e le tensioni con la Francia nelle prime settimane dell’esecutivo di centrodestra.

L’Italia è fortemente impegnata con questo governo a rafforzare il suo ruolo nel Mediterraneo. Siamo consapevoli di come solo creando uno spazio di prosperità condivisa potremo attraversare in modo efficace le troppe sfide epocali, dalla salute, alla sicurezza alimentare, ai cambiamenti climatici”, ha detto la presidente del Consiglio. La premier ha aggiunto come l’Italia stia sostenendo l’onere maggiore di tutta Europa nella gestione dei flussi, a partire dal dato di 94mila sbarchi dall’inizio dell’anno.

“Una solida geopolitica del dialogo si può costruire e consolidare nell’area solo muovendo dalla consapevolezza delle nostre identità culturali e valoriali, dalla constatazione che la nostra prosperità non è possibile se non c’è anche quella dei nostri vicini. Come ho detto all’insediamento, l’Italia si fa promotrice di un piano Mattei per l’Africa – ha proseguito la premier – un modello virtuoso di collaborazione tra l’Unione europea e le nazioni africane, con un approccio che, prendendo esempio da un grande italiano come Enrico Mattei, non abbia una postura predatoria nei confronti delle altre nazioni, ma invece collaborativa e rispettosa dei reciproci interessi”.

Secondo la premier “il Mediterraneo ha bisogno di essere percepito prevalentemente come una comunità di destino, come luogo di incontro tra identità nazionali e non – come troppo spesso è accaduto negli ultimi anni – come un luogo di morte causata da trafficanti di vite umane“. Focus speciale nel discorso sulla Libia: “bisogno di essere percepito prevalentemente come una comunità di destino, come luogo di incontro tra identità nazionali e non – come troppo spesso è accaduto negli ultimi anni – come un luogo di morte causata da trafficanti di vite umane”.

A margine dei Med Dialogues anche le parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Sui decreti flussi stiamo lavorando insieme ai ministri dell’Interno e dell’Agricoltura per avere un percorso strategico. Vorremmo avere lavoratori che arrivano nel nostro Paese già formati, che abbiano già una destinazione operativa, cioè sapere dove devono andare a lavorare. E poi vorremmo premiare i Paesi che fanno accordi con noi”.

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