"Approccio ancora più repressivo per la gestione dei migranti"
Migranti, hotspot Taranto “inumano”: Italia condannata per l’accoglienza riservata a quattro minori
Condizioni inumane e degradanti nell’hotspot di Taranto dove quattro migranti di età inferiore ai 18 anni hanno vissuto due mesi da incubo nel lontano 2017. A distanza di sei anni arriva la sentenza della Corte europea dei diritti umani che oltre a condannare, per l’ennesima volta, l’Italia per le condizioni disumane relative all’accoglienza, ha anche imposto il risarcimento di 6500 euro per ciascuno dei quattro giovani per danni morali, oltre ad altri 4mila euro per le spese legali.
Nell’hotspot di Taranto ancora oggi ci sono 185 minori. Secondo la sentenza della Corte europea dei diritti umani, arrivata lo scorso 23 novembre a Strasburgo, l’Italia nella città jonica detiene illegalmente diversi minori stranieri non accompagnati, utilizza trattamenti inumani e degradanti nel predisporre le loro misure di accoglienza, non ha nominato un tutore né ha fornito loro alcuna informazione sulla possibilità di contrastare in giudizio tale condizione. “Si tratta – spiega l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) – dell’ennesima sentenza contro l’Italia relativa alla gestione del fenomeno migratorio e, in particolare, dei cittadini stranieri minorenni”.
Hotspot Taranto, condizioni disumane: Italia condannata da Strasburgo
“La rilevanza della decisione – prosegue l’Asgi – è immediatamente percepibile nel contesto attuale, nel quale non solo non sono stati modificati gli approcci repressivi precedenti. Al contrario ne sono implementati ulteriori non rispettosi dei principi basilari dei diritti umani e fondamentali della persona, come dimostra l’accordo con l’Albania teso all’identificazione e detenzione dei cittadini stranieri all’estero. Essa è ancora più importante allorquando si consideri che, attualmente, sono quasi duecento i minori stranieri trattenuti di fatto, in assenza di ogni base legale e di ogni vaglio giurisdizionale all’interno dell’hotspot di Taranto, alcuni dei quali addirittura dallo scorso mese di agosto”.
L’associazione ha poi chiesto alle autorità presenti a Taranto (Procura, tribunale per i Minorenni, prefettura, questura) “di disporre l’immediato collocamento dei minori attualmente presenti presso l’hotspot nelle strutture per minori come previsto dalla normativa e di garantire il monitoraggio delle condizioni di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati nel rispetto degli standard di umanità e dignità volute dalla Costituzione e dalla Convenzione europea per i diritti umani”.
L’hotspot di Taranto è allestito su un parcheggio nel porto della città pugliese “completamente isolato – dichiarano l’avvocata Marina Angiuli e l’avvocato Dario Belluccio che hanno seguito il caso dinanzi alla Cedu – dal contesto urbano e sociale locale ed è assolutamente inadatto ad ospitare minori, tanto più se in condizioni di trattenimento”.
Italia condannata: “Approccio ancora più repressivo per la gestione dei migranti”
Secondo l’Asgi, “la rilevanza della decisione è immediatamente percepibile nel contesto attuale, nel quale non solo non sono stati modificati gli approcci repressivi precedenti. Al contrario ne sono implementati ulteriori non rispettosi dei principi basilari dei diritti umani e fondamentali della persona, come dimostra l’accordo con l’Albania teso all’identificazione e detenzione dei cittadini stranieri all’estero. “Essa – spiega Asgi – è ancora più importante allorquando si consideri che, attualmente, sono quasi duecento i minori stranieri trattenuti di fatto, in assenza di ogni base legale e di ogni vaglio giurisdizionale all’interno dell’hotspot di Taranto, alcuni dei quali addirittura dallo scorso mese di agosto”.
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