Sono partiti dall’aeroporto di Capodichino e dopo un breve tratto in tangenziale hanno sfilato per le strade del centro di Napoli paralizzando il traffico lungo il corso Umberto. E’ andata in scena nella tarda mattinata dell’8 marzo, nel primo giorno di zona rossa in Campania, la protesta di oltre un centinaio di tassisti, diretti verso la sede della Regione Campania in via Santa Lucia. Una protesta dettata dallo stato di abbandono in cui versa la categoria con Regione e Governo che “non ci aiutano”.

Alla Regione i tassisti partenopei chiedono un sostegno anche una tantum dopo anno in cui i loro incassi si sono ridotti al lumicino. “Abbiamo percepito solo 2mila euro dalla Regione, prima delle elezioni di settembre – racconta a LaPresse, Guido, uno dei tassisti in protesta -. Spontaneamente abbiamo deciso di manifestare il nostro disagio socioeconomico”. Il tassista poi spiega: “Noi paghiamo il 40 per cento in più di assicurazione di una macchina privata. Non siamo stati esentati dal bollo e della revisione, non siamo agevolati su niente. La Liguria – ricorda Guido – ha defalcato 10 centesimi al litro alla categoria taxi; la Lombardia ha abolito la tassa di possesso per i taxi, noi in Campania paghiamo tutto e di più. Siamo in ginocchio”.

Un altro tassista ricorda i colleghi vittime del covid: “Abbiamo registrato oltre 20 morti a causa del covid, colleghi che per tutta la durata della pandemia hanno trasportato persone contagiate negli ospedali. Ma per noi nessun vaccino. È una vergogna, ci sentiamo presi in giro”.

Redazione

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