Alle 19:00
Nasce il Circolo Matteotti: l’esempio insuperato di quel “dare” politico, per la libertà e le riforme. L’evento oggi a Milano alla Cascina Cuccagna
Sembra un tema etico invece è fortemente, quasi violentemente, politico. Lo slogan “Coraggio è l’ora di dare!” con il quale il Circolo Matteotti si propone oggi a Milano (dalle ore 19.00 alla Cascina Cuccagna) ha in sé tutta la carica di antagonismo che i riformisti esprimono verso una pratica politica dell’avere: avere posizionamento, avere numeri, avere visibilità, tutto il resto ridotto a strumento. In fondo è anche su questo che è andato a suo tempo a frantumarsi il progetto di terzo polo: la sfida era certamente con la polarizzazione della politica, ma anche con la capacità di non assumerne lo stesso vizio e lavorare per fare del disagio comune una proposta unitaria.
A far capire che se il riformismo non riusciva ad avere una casa comune, era urgente che si affermasse là dove già dimorava ci hanno pensato poi gli eventi geopolitici, le emergenze sociali. Una consapevolezza che non poteva avere che Milano come laboratorio ideale. “Milano rappresenta il luogo in cui il lavoro, i professionisti, l’impresa sentono ancor più forte l’esigenza di una protezione attiva e dinamica, che non escluda la capacità di mettersi in gioco, ma unendo “ – dice Pietro Bussolati, consigliere regionale lombardo PD che ha aderito al progetto fondativo del Circolo Matteotti -Milano è anche la fiducia che le generazioni possano riscrivere un nuovo patto sociale per garantire benessere e sviluppo, rendere la città aperta e accessibile per chi desidera venire per studiare, lavorare, portare propri contributi” . Con lui, condividono il progetto di “laboratorio riformista” altri dem, come la deputata Lia Quartapelle e la parlamentare europea Pina Picierno che già ha aderito al movimento per gli Stati Uniti d’Europa, che sempre a Milano ha visto il suo esordio due settimane fa, dopo un’anteprima veneta. I punti in comune sono tanti, così come il disagio per una direzione massimalista e populista impressa al centrosinistra dalla segreteria Pd e a destra dalla retorica sovranista.
Naturale che non progetto del Circolo Matteotti si ritrovi anche l’ala più liberal di +Europa, nelle figure di Benedetto Della Vedova, Marco Taradash e il coordinatore milanese Paolo Costanzo. Al di là delle scelte elettorali fatte, delle convergenze possibili, il tema comune è quello: l’urgenza di quel “dare” politico. “Il superamento della logica bipolare è una necessità, non un’opzione – afferma la presidente di Azione Elena Bonetti -Forza Italia mostra segnali di distacco da posizioni sovraniste. Nel Partito Democratico esistono sensibilità riformiste con cui è possibile dialogare. Ma è il tempo delle scelte: servono coraggio e assunzione di responsabilità.” Significativo che si ritrovino a ragionare e progettare insieme Azione e Italia Viva, sebbene le loro politiche paiano guardare alle coalizioni in parlamento con diverse sensibilità. Per la consigliera regionale e già parlamentare di Italia Viva Lisa Noja “Il Circolo Matteotti non è l’embrione di un nuovo partito, né il trampolino di lancio di iniziative per sostenere o favorire correnti di partiti esistenti, o inserirsi nei loro dibattiti interni. È un circolo di cultura politica che nasce dall’iniziativa autonoma, indipendente di persone convinte che il contrasto alle spinte nazionaliste, sovraniste e populiste richieda anzitutto un dibattito profondo, scevro da schematismi e preconcetti, capace di coinvolgere tutti coloro che, pur nelle differenze, sentono oggi l’urgenza di trovare strumenti adeguati a rendere sempre più concretamente realizzati i principi di libertà individuale, stato di diritto, rispetto e il riconoscimento dei diritti umani inviolabili, uguaglianza e solidarietà sociale”.
Le fa eco il segretario di Demos, Piervito Antoniazzi, che sottolinea la necessità di trovare terreni comuni, di fronte a punti di riferimento che appaiono fragili e faticosi da difendere: “Ben venga il circolo Matteotti, se aiuta a sparigliare, a portare nuove narrazioni, a mettere in confronto storie e persone diverse. Certo non è ora di Aventini e nemmeno è sufficiente l’unità antifascista, persino l’essere “patrioti europei” sembra troppo poco se non coniugato al futuro, ad una Europa da federare, da difendere certo ma da innovare trovando forme di coordinamento e unità”. Sotto il nome di Giacomo Matteotti, esempio insuperato di quel “dare” politico, per la libertà e le riforme.
© Riproduzione riservata






