Non arrivano novità incoraggianti dalle ricerche delle due persone che risultano ancora disperse dopo l’ondata di maltempo che ha colpito il senigalliese, nelle Marche, in provincia di Ancona, la settimana scorsa, nella notte del 15 settembre.

Oggi la macchina dei soccorsi ha comunicato il ritrovamento, avvenuto in realtà nella giornata di ieri, dello zainetto del piccolo Mattia, il bambino di otto anni di Barbara, strappato dalle braccia della madre dall’ondata di acqua e fango dopo che erano usciti dalla loro automobile di Castellone di Suasa. Lo zainetto, che è stato riconosciuto dai familiari, è stato rinvenuto a circa 8 km di distanza dal punto in cui il bimbo era stato travolto dall’acqua. La posizione però potrebbe non essere indicativa del punto in cui si potrebbe trovarsi Mattia.

Nessuna notizia anche dal fronte delle ricerche dell’altra persona ancora dispersa, una donna di 56 anni, Brunella Chiù. 

“In tre giorni ho dormito un’ora e mezza, ma dovessi ribaltare ogni tronco che c’è laggiù, fino all’ultimo filo d’erba, io Mattia lo devo ritrovare. Comunque vada, poi sarà con me. La mia vita è lui“, le parole del padre del piccolo Mattia, 38 anni, Tiziano Luconi, educatore alla Casa della Gioventù di Senigallia che si occupa di minorenni stranieri non accompagnati. Le sue parole sono state citate in un’intervista de Il Corriere della Sera. I soccorritori hanno riportato alla famiglia un brandello di stoffa, forse della felpa gialloverde con l’elefantino. Il padre ha chiesto che il figlio venga cercato anche con i cani molecolari, soprattutto nei pressi del ponte dov’è stato trovato quel pezzo di stoffa.

Le vittime accertate restano undici, tra Pianello di Ostra, Senigallia, Barbara, Trecastelli, Serra de’ Conti, Rosora. Previsto per oggi il sopralluogo del Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio alle zone più colpite. Partirà dalla provincia di Pesaro (Cantiano, Serra Sant’Abbondio, Frontone, Pergola), per poi passare in quella di Ancona. Nel pomeriggio Curcio dovrebbe partecipare ad una riunione presso il Centro Coordinamento Soccorsi (Ccs) presso la Protezione civile regionale delle Marche. Una cinquantina i feriti, circa 150 gli sfollati, i danni restano incalcolabili.

Procede intanto l’inchiesta della Procura di Ancona tra verifiche, ispezioni aeree, acquisizioni e prime audizioni informali dei testimoni. L’associazione Conofluenze, ambientalisti, lo scorso 28 marzo aveva segnalato alla Regione una strozzatura naturale del corso d’acqua a Borgo Bicchia. La zona era stata tra le più colpite anche dall’alluvione del 2014. I comuni della zona avevano firmato nel 2015 il “Contratto di fiume” per i territori del bacino idrografico del Misa e del Nevola, siglato tra sindaci, Regione, Consorzio di bonifica, associazioni ambientaliste e altri enti.

Resta il nodo dell’allerta non scattata. Il bollettino della Protezione civile regionale di mercoledì 14 dava come possibili fenomeni avversi solo “raffiche di vento in corrispondenza dei fenomeni temporaleschi più intensi”. Diffusa un’allerta meteo nelle zone 1 e 3, non nella 2 e nella 4, che comprendono Ostra e Senigallia. L’allerta invece era stata invece diramata in Umbria. Secondo la Protezione civile, in poche ore è caduto oltre un terzo della pioggia che normalmente cade in queste zone nel corso di un anno. L’alluvione del 2014 aveva causato tre morti e 179 milioni di euro di danni. Si continuano intanto a mettere in sicurezza strade e ponti.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.