Almeno nove morti, quattro dispersi (tra cui due bambini) e oltre 50 persone ferite. E’ il drammatico bilancio dell’alluvione che ha sconvolto la regione Marche e in particolare nelle province di Ancona e Pesaro-Urbino. In alcune zone sono cadute oltre 400 mm di pioggia, un quantitativo impressionante che generalmente avviene nell’arco di almeno cinque mesi. Un evento che, nonostante le polemiche dei sindaci marchigiani che lamentano il mancato avvertimento della protezione civile (“c’era solo allerta gialla”), è difficile da prevedere.  “La quantità di acqua caduta è veramente notevole: più di 400 mm in alcune aree, che corrispondono a un terzo dell’acqua che normalmente cade in un anno”, ha spiegato il capo della protezione civile, Fabrizio Curcio.

Cosa è successo nelle Marche? Gli esperti parlano del cosiddetto temporale autorigenerante V-Shaped. Un evento alimentato dalle correnti che dalle montagne si sono spostate verso il mare. “Il nome deriva dalla forma a V del temporale visibile dal satellite, autorigenerante significa che continuava ad autoalimentarsi stazionando in loco per diverse ore, anziché evolvere e spostarsi di zona come fanno la maggior parte dei temporali comuni”, spiega Edoardo Ferrara meteorologo di 3bmeteo.com.

“Questo tipo di temporale – prosegue – si origina in particolari condizioni tra le quali: confluenza dei venti nei bassi strati, che favorisce la successiva ascesa delle masse d’aria verso l’alto (presupposto base per la formazione della nube temporalesca); condizioni sinottiche favorevoli in quota, ovvero in questo caso il transito di una perturbazione. In questo caso specifico è stato inoltre determinante il cosiddetto ‘Atmosferic River‘, ovvero una sorta di ‘fiume atmosferico’ che ha trasportato aria calda ma soprattutto ricca di umidità dalle latitudini sub-tropicali direttamente sull’Italia. L’aria calda e umida costituisce di fatto il carburante indispensabile per i temporali, carburante che in questo caso è stato pompato a dismisura in seno alla perturbazione, convergendo nel violento temporale tra Marche e Umbria. In aggiunta la particolare orografia del territorio, con il Monte Catria che ha agito come sorta di ‘barriera’, esaltando il blocco e le precipitazioni del temporale autorigenerante. Il risultato: ben 420mm di pioggia in 7 ore, un quantitativo impressionante che solitamente cade in 4-5 mesi. Inevitabile dunque l’evento alluvionale”.

Per Ferrara si tratta di eventi non ancora prevedibili nonostante “la modellistica numerica ha fatto passi da giganti negli ultimi 20 anni, tuttavia la loro predicibilità non è ancora al 100%, con un margine di imprevedibilità che resta abbastanza significativo anche a seconda delle zone e delle circostanze sinottiche. Nel caso specifico, c’erano le potenzialità per prevedere temporali talora violenti ma su una macroarea regionale come le Marche; molto più difficile e complesso invece stabilire in quale punto specifico può verificarsi il temporale violento, considerando che i temporali per loro natura agiscono su aree ristrette”.

Al Corriere della Sera, Antonio Sanò, direttore di IlMeteo.it, conferma l’avvenimento “eccezionale” accaduto nelle Marche. “Un fatto che di solito avviene nella Liguria di Levante o in Toscana, in Versilia. Si è generato un temporale in Appennino, le correnti l’hanno portato sopra l’Adriatico, che ha temperature di 5 gradi sopra la media, dove ha incontrato venti da Sud che l’hanno bloccato. Al posto di dissolversi è rimasto fermo per 2-3 ore e i venti caldi e umidi dal mare l’hanno rinvigorito: ecco il temporale autorigenerante”.

Giulio Betti, meteorologo e climatologo presso il Consorzio LaMMa (Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale) e l’Istituto di Biometeorologia del Cnr di Firenze, nonchè socio Ampro, l’Associazione Meteo Professionisti, spiega all’Adnkronos che “non possiamo dire con certezza se questi eventi estremi siano aumentati o no di numero perché non abbiamo una statistica che ci dia un trend definito, tuttavia la tipologia dell’evento è un esempio lampante degli effetti previsti da anni dal mondo scientifico relativo ai cambiamenti climatici in Italia. Si tratta infatti di un evento estremo, circoscritto e che ha generato un alluvione-lampo a seguito di una lunga siccità. In futuro è possibile che se ne verifichino degli altri”.

Da qui l’ipotesi che “in futuro avremo meno giorni di precipitazioni all’anno ma quantitativi di pioggia finali simili perché distribuita in modo molto concentrato. E’ possibile limitare i danni potenziando il sistema di osservazione e di previsione, anche se un evento come quello che si è verificato nelle Marche era impossibile da prevedere. Aspettiamoci comunque altri eventi simili in futuro”.

 

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